La Lancia Fulvia 1600 HF Competizione è una showcar presentata nel 1969, il suo progetto cela un interessante retroscena in cui erano coinvolte la Ghia, la Lancia e la Ford. Attualmente, la HF Competizione figura tra le vetture proposte da RM Sotheby’s nella sua sezione Private Sales.
In un’intervista, il designer Tom Tjaarda descrisse la Lancia Fulvia 1600 HF Competizione come una delle migliori auto che abbia mai disegnato.
Le linee tese e geometriche prefiguravano chiaramente gli stilemi degli anni 70, ormai alle porte, ma erano i contenuti, mirati a esaltare le prestazioni a fare la differenza. Il prototipo doveva esprimere al meglio l’innovazione tecnica, insita da sempre nel DNA della Lancia.
Dietro la presentazione di questa showcar, in realtà, c’era un piano ben più vasto: l’ennesima trovata del machiavellico Alejandro De Tomaso, ai tempi patron della Carrozzeria Ghia. Il manager argentino, alla fine degli anni ’60 pensava di poter attirare la Ford per l’acquisto della Lancia, ma prima doveva riuscire dimostrare che l’azienda avrebbe avuto un futuro roseo, tale da poter rivaleggiare con la Ferrari. La HF Competizione sarebbe stata il primo passo verso un’alleanza con il Gruppo americano: un’impresa in cui De Tomaso riuscì anni dopo ma, è un’altra storia .
Ambizioni altissime. Secondo le aspettative di De Tomaso, se fosse riuscito ad architettare la vendita della Lancia alla Ford, l’amico Lee Lacocca (ai tempi amministratore delegato della Ford Motor Company), lo avrebbe installato come amministratore delegato della Lancia. L’argentino avrebbe realizzato così la sua massima aspirazione, dirigere la propria azienda automobilistica. Purtroppo per De Tomaso, quell’accordo non si realizzò mai: perché la Fiat, venuta a conoscenza del piano, anticipò la mossa e acquistò la Lancia nello stesso anno.
La Lancia Fulvia 1600 HF Competizione, la “trappola al miele” pensata per attrare l’Ovale blu, intanto, divenne realtà e fu presentata ai saloni di Ginevra e Torino del 1969 suscitando un grande interesse.
Pronto pista. Il prototipo venne realizzato sul telaio di una Fulvia di produzione e fu pubblicizzato subito come un’auto con una doppia personalità. Come suggeriva la desinenza “Competizione”, si trattava una prestante GT stradale pronta, all’occorrenza, per scatenarsi in pista.
L’auto prevedeva una serie di accorgimenti mirati alla riduzione della massa: cofano motore a conchiglia ispirato alle corse, tappo del serbatoio a sgancio rapido, finestrini in plexiglass. De Tomaso commissionò anche un parabrezza su misura alla ditta belga Glaverbel, più sottile di tre millimetri rispetto a quello standard: l’obiettivo era risparmiare peso ovunque possibile. La Fulvia HF Competizione era dotata anche di un roll bar a protezione dell’abitacolo, che completava l’equipaggiamento tecnico sottolineando la vocazione corsaiola del modello.
Puntava in alto. La Lancia Fulvia 1600 HF Competizione, inoltre, poteva vantare un’aerodinamica all’avanguardia per il suo tempo: i fari erano a scomparsa e montava un’ala posteriore retrattile e regolabile, che si diceva “aumentasse l’aderenza al suolo proporzionalmente alla velocità”.
De Tomaso modificò anche il telaio della Fulvia di produzione per consentire al motore V4 da 1,6 litri di essere alloggiato 30 mm più in basso, mentre la sospensione posteriore venne rivista e adottava due bracci oscillanti indipendenti. Nuovo anche il grande serbatoio alluminio installato nel vano posteriore.
Si ritiene che l’auto sia stata modificata e testata successivamente per partecipare alla 24 Ore di Le Mans nel 1970 ma, alla luce degli infausti sviluppi del “affaire Lancia” il programma è stato abbandonato.
Una storia avvincente. Da allora, l’auto è stata di proprietà del nipote dello stilista Afredo Vignale, che l’ha tenuta con sé per 20 anni. In seguito, è stata acquistata dal suo attuale proprietario, che ne ha curato il restauro completo.
La Lancia Fulvia HF Competizione negli ultimi anni è stata esposta anche nel prestigioso Amelia Island Concours d’Elegance, attirando nuovamente l’attenzione dei media del settore e degli appassionati.
L’auto proposta da Sotheby’s, con telaio nr. 818.540 002279 e motore nr. 004004 è in buone condizioni ed è accompagnata dal suo certificato di autenticità rilasciato da Lancia Classiche.
Intrigo Torino-Detroit. Nel caso foste interessati, la casa d’asta sottolinea che il lotto dovrà essere ritirato direttamente a Chobham, Regno Unito e consiglia al prossimo fortunato acquirente di sostituire gli elementi che potrebbero risentire dell’età. Le boccole delle sospensioni sono forse il punto di partenza più conveniente. La base d’asta è fissata a 120.000 euro ma, il vil denaro passo in secondo piano quando si può entrare in possesso di un pezzo unico della storia automobilistica italiana (e non solo). Pochissime auto possono vantare una storia tanto intrigante che vede il triangolo Ghia, Lancia e Ford.
Resta sempre un interrogativo, come sarebbe andata a finire se quella “strana” liaison tra Torino e Detroit immaginata da De Tomaso si fosse realizzata.