Lancia Strato’s HF Zero, l’eterna seduttrice con lo sguardo rivolto al futuro ha messo a segno un altro colpo con la vittoria di classe a Concours Virtual.
Passato il lungo periodo della ricostruzione dopo l’ultima Guerra mondiale e raggiunta la prosperità economica, alla fine degli anni Sessanta l’uomo nel mondo occidentale ha cominciato a immaginare il futuro e a guardarsi intorno un po’ più in là dei propri confini planetari. Già tre anni prima dello sbarco sulla luna, del 1969, era comparsa la serie televisiva di “Star Trek”, seguita da altri telefilm di grande successo colmi di astronavi e viaggi interstellari come “Spazio 1999”, ideato nel 1973 in Inghilterra. Mentre al cinema Stanley Kubrik, nel 1968, ha inserito per la prima volta la tecnologia degli effetti speciali nella fantascienza con “2001 Odissea nello spazio”.
Un’era a forma di cuneo. Una collettiva fantasia al potere proiettata negli scenari più avveniristici che in ambito di design automobilistico si è coniugata perfettamente con la ricerca aerodinamica più avanguardistica ed estremizzata. L’obiettivo in quegli anni era sfidare le leggi della fisica con auto più basse possibile in favore della velocità. Il primo a tendere il passo in questa direzione è stato Nuccio Bertone con la Lamborghini Marzal e poi con l’Alfa Romeo Carabo, prima concept di supercar caratterizzata dalla “forma a cuneo”, da lui inventata, divenuta segno distintivo di tutto il decennio.
Il confine della stratosfera. La Strato’s HF Zero, che Bertone voleva inizialmente chiamare Stratolimite, viene presentata al Salone di Torino del 1970. Con soli 84 cm è più bassa della Ferrari 512 S Modulo di Pininfarina (che arriva a 93,5 cm), esposta per la prima volta pochi mesi prima a Ginevra. Mostra tutta la grinta, la capacità di innovazione e la sapienza armonica dei volumi che hanno reso il design italiano numero uno al mondo. Una scultura semovente uscita dal segno artistico di Marcello Gandini. È motorizzata, nonostante sia un prototipo. Meccanica e trasmissione sono della Fulvia HF, il propulsore è a quattro cilindri a V da 1,6 litri, posteriore; i freni sono a disco sulle quattro ruote.
Sorpresa spaziale. Le lastre della copertura triangolare del vano motore, che contiene anche il serbatoio da 45 litri, non hanno solo funzione estetica ma dirigono l’aria verso il radiatore a doppia ventola. Radiatore che rimane incorniciato dalle luci posteriori in una sorta di riquadro sulla coda tronca, mentre dieci proiettori alimentano l’unica fascia ottica anteriore, che è bassa ed estesa su tutta la larghezza del frontale. Tutte soluzioni audaci che conferiscono alla vettura la sua personalità sexy e dirompente, dalla quale ha preso in seguito forma la Lancia Stratos icona dei rally.
Futurismo anni Settanta. All’interno si viaggia praticamente supini, quasi raso terra tra le due ruote anteriori e sopra i sedili in pelle a scacchi. Anatomici, sono entrambi ribaltabili per consentire l’accesso al vano per la ruota di scorta e i bagagli, situato dietro alla guida. Oltre una certa statura diventa difficile starci dentro per via dello spazio compresso. Nonostante la sorprendente finestratura laterale, si vede avanti soltanto, dal parabrezza che è anche porta d’ingresso. Il volante, uno spettacolare anello essenziale con al centro una sfera di materiale espanso e il marchio Lancia impresso, si abbassa per facilitare l’uscita del driver e in automatico si solleva contemporaneamente il parabrezza.
Senza rivali. A cinquant’anni suonati, questa ambasciatrice del gusto italiano nel mondo è una delle concept più amate di tutti i tempi. Continua a regalare emozioni nei profil social degli appassionati d’auto globali e dai palcoscenici dei concorsi d’eleganza più prestigiosi, dove sembra non avere rivali. L’ultima presenza è di pochi giorni fa a Concours d’Elegance, grande contest per auto d’epoca internazionale che si sta svolgendo su internet dallo scorso giugno e terminerà il 9 agosto – nato in risposta alle tante cancellazioni di eventi dovute al Covid. La Lancia Strato’s HF Zero ha vinto la sua classe composta dalla Lancia Sibilo Bertone, l’Alfa Romeo Caimano, la Vauxhall SRV, la BMW Turbo, la Chevrolet Aerovette e la Pontiac Banshee III. E ora sta pensando al futuro.