Le art car BMW festeggiano 50 anni - Ruoteclassiche
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09/06/2025 | di Andrea Paoletti
Le art car BMW festeggiano 50 anni
Mezzo secolo di fuoriserie passate per i pennelli di artisti come Roy Lichtenstein, Andy Warhol e Jeff Koons, che hanno dato vita a una collezione unica ed estremamente originale
09/06/2025 | di Andrea Paoletti

Per gli appassionati di auto non c’è niente di più naturale che definire una vettura “un’opera d’arte”. Linee modellate dal vento, curve sinuose, forme capaci di suscitare la sindrome di Stendhal, dettagli artigianali, materiali, colori, la lista è potenzialmente infinita. Ma cosa succede se la carrozzeria stessa sostituisce una tela per realizzare qualcosa di unico? Parliamo delle art car realizzate da BMW, che festeggiano 50 anni.

SFOGLIA LA GALLERY

La prima da un’idea di un pilota

L’esperimento, iniziato esattamente mezzo secolo addietro, ha un committente, che all’inizio non è BMW, ma Hervé Poulain, driver francese che nel 1975 ebbe l’intuizione di coinvolgere il pittore americano Alexander Calder per colorare la 3.0 CSL iscritta alla 24 Ore di Le Mans. Una livrea sgargiante, che - ma nessuno l’avrebbe immaginato in quel momento - avrebbe dato inizio alle BMW Art Car. L’anno successivo è ancora una 3.0 CSL, questa volta opera di Frank Stella, a presentarsi a Le Mans e l’idea di evocare la carta millimetrata usata per i disegni tecnici, insieme a un sobrio bianco e nero, l’ha resa indimenticabile.

Sboccia la pop art

Per la terza creazione - siamo nel 1977 - BMW scomoda uno dei padri della pop art, Roy Lichtenstein, che sceglie i suoi caratteristici puntini di colore nero che evocano dinamicità e movimento, abbinati a spruzzate di giallo. Il fido Hervé Poulain si ripresenta a Le Mans con la 320i Turbo numero 50 così dipinta e riesce a innalzarsi fino al nono posto generale e al primo di categoria. Una pausa di due anni e arriva la più famosa di tutte: la M1 dipinta da Andy Warhol di suo pugno, unico a farlo fino a quel momento. I colori e le linee confuse evocavano il senso di sfocatura provocato dalla velocità, la stessa con la quale portò a termine l’opera: pare infatti che ci mise meno di mezz’ora per applicare 6 kg di vernice. Dopo l’ormai consueta partecipazione alla 24 ore di Le Mans, conclusa al sesto posto, la specialissima M1 è diventata la star del Museo BMW e ospite d’onore all’interno di mostre in tutto il mondo.

Dalle 635i di serie alle M3 da corsa

Gli anni 80 si aprono con la 635 CSi di Ernst Fuchs del 1982, dalla fiammeggiante livrea, prima BMW Art Car basata su un’auto di serie e prima a essere, da subito, un puro pezzo da esposizione. Ancora una 635 CSi nel 1986, realizzata con collage tratti da opere di vari artisti: la firma un maestro della pop art, Robert Rauschenberg che la guida anche, eccezionalmente, per strada. Si arriva al 1989 con due M3 in versione Gruppo A e due artisti australiani: Micheal Jagamara Nelson la decora con i motivi tipici degli aborigeni, lavorando per sette giorni consecutivi, mentre la seconda è opera di Ken Done e raffigura l’Australia moderna con colori sgargianti, sole, mare, natura.

Tutte le facce e le auto anni 90

Doppietta anche nel 1990, con una 535i e una 730i realizzate rispettivamente dal giapponese Matazo Kayame che sceglie un ipnotico paesaggio stilizzato e dallo spagnolo César Manrique che omaggia la natura di Lanzarote con forme astratte e colori sgargianti. Nel 1992 la Z1 rossa con decorazioni in stile arte rupestre realizzata dal tedesco A. R. Penck è accompagnata dalla 525i “tribale” realizzata per la prima volta da un’artista donna, Esther Mahlangu. Due storie diverse invece per la M3 GTR del 1992 e la 850 CSi del 1995: per la prima l’artista italiano Sandro Chia chiede esplicitamente a BMW di poter collaborare, scegliendo poi di dipingere dei volti umani che simboleggiano l’opera che a sua volta guarda gli spettatori. Per la seconda, che mostra elementi stilizzati della meccanica di un’auto, è BMW che, dopo anni di tentativi infruttuosi, riesce a convincere la superstar David Hockney.

L’ultima star

Per finire, tra le Art Car moderne, non si può non citare quella realizzata dal più famoso artista vivente, Jeff Koons, che nel 2010 ha tracciato tante dinamiche linee colorate sulla carrozzeria di una M3 GT2, iscrivendo il suo nome in una parata di stelle - siamo a quota 20 esemplari con quella realizzata l’anno scorso - che ha trasformato BMW nel primo mecenate a quattro ruote.

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