LE AVVENTURE DI "BIANCHINA" - Ruoteclassiche
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15/05/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
LE AVVENTURE DI “BIANCHINA”
Più bella, più elegante e meglio rifinita della “rivale” Fiat “500”. Un’auto pensata anche per le signore, che nei gironi di festa veniva concessa ai figli. Ripercorriamo le tappe che portarono alla fondazione della Casa di Desio e alla nascita della prima “fuoriserie di serie”.Fu subito definita la piccola fuori serie prodotta in serie. La […]
15/05/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Più bella, più elegante e meglio rifinita della "rivale" Fiat "500". Un'auto pensata anche per le signore, che nei gironi di festa veniva concessa ai figli. Ripercorriamo le tappe che portarono alla fondazione della Casa di Desio e alla nascita della prima "fuoriserie di serie".

Fu subito definita la piccola fuori serie prodotta in serie. La "Bianchina", presentata il 16 settembre del 1957 al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, raccolse un ampio consenso di pubblico. Essa era la primogenita dell'Autobianchi, la Casa automobilistica nata nel gennaio del 1955 grazie all'accordo raggiunto tra Bianchi, Fiat e Pirelli.

Con il supporto del reparto carrozzerie speciali della Fiat si avviò subito lo sviluppo di una vettura utilitaria, ma al tempo stesso elegante e raffinata. Per ragioni di costi e di tempi, si decise di utilizzare la stessa meccanica della futura "Nuova 500", la vetturetta che la Fiat da anni aveva in cantiere e che avrebbe debuttato nel luglio del '57. Lo stabilimento Fiat avrebbe quindi fornito motore, gruppi meccanici e sospensioni, mentre l'Autobianchi avrebbe curato nel proprio stabilimento di Desio la produzione della scocca e l'assemblaggio.

Il successo ottenuto dalla "Bianchina Trasformabile" fu tale da mettere in ombra la "500". La Casa torinese, visibilmente infastidita dall'insuccesso della sua utilitaria, da un lato apportò continue modifiche meccaniche ed estetiche alla "500", dall'altro ritardò la fornitura all'Autobianchi degli organi meccanici via via aggiornati. Tale politica ostruzionistica causò un repentino calo nelle vendite e dalle 13.000 unità vendute nel 1959 si passò alle 2.500 del 1961. La produzione della "Trasformabile" cessò nel 1962 dopo circa 36.000 esemplari costruiti.

Tra il 1960 e il 1962 la famiglia della "Bianchina" si ampliò con le versioni "Cabriolet", "Panoramica" e "Quattro posti". Queste tuttavia non riuscirono a replicare il successo della "Trasformabile". La "Bianchina" uscì definitivamente di scena nel 1969.

Gian Mario Rosio, imprenditore milanese, ha acquistato da una signora di Torino la "Panoramica Decappottabile" del 1964 protagonista del nostro servizio: la meccanica era in ordine e la carrozzeria era stata riverniciata nel '95. Dopo una prima presa di contatto non entusiasmante, la "Bianchina" è diventata l'auto da usarsi tutti i giorni.

Nell'abitacolo si sta abbastanza comodi, ma in larghezza lo spazio non è certo abbondante. Dietro lo spazio per le gambe è sufficiente solo per le persone non troppo alte e a patto che i sedili non siano troppo arretrati. La velocità di punta sfiora i 100 km/h e l'accelerazione, specie a pieno carico o in salita, è insufficiente.

Il cambio è privo di sincronizzatori, ma la presenza di "facilitatori di imbocco" lo rende semplice anche se non proprio silenzioso. La tenuta di strada è sempre sicura e solo su fondi sconnessi si evidenzia una "sensibilità" forse eccessiva.

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