C’è grande attesa per la 28ª edizione del Rallye Monte-Carlo Historique, la rievocazione storica della celebre competizione, che si svolgerà dal 29 gennaio al 7 febbraio 2026 e che manterrà la consueta impostazione: partenze da sei città europee (una in più degli anni scorsi), abituale tappa di concentrazione verso Valence e diverse prove di regolarità sulle strade alpine francesi, prima dell’arrivo nel Principato dopo 1.500 chilometri di gara e 200 di prove speciali. Se però esternamente la gara sembra la medesima degli scorsi anni, per i partecipanti il regolamento è quasi del tutto inedito.
Le differenze regolamentari
Le modifiche introdotte dall’Automobile Club di Monaco per il 2026 riguardano, in primis, le Prove di Regolarità, che quest’anno si disputeranno esclusivamente su strade chiuse al traffico; di conseguenza, diventa obbligatorio l’uso del casco omologato CE o FIA per pilota e navigatore, mentre rimane vietato nelle sezioni aperte. Questa prima modifica ha portato, verosimilmente per motivi logistici, ad altri cambiamenti: le prove speciali saranno molto più corte - al massimo 15 chilometri contro i 40 degli anni passati - e, alcune di queste, verranno percorse più volte. Il Monte-Carlo Historique è, come vuole la tradizione francese, una competizione di regolarità a media divisa in settori e diverse velocità per tipologia di auto. Fino al 2025, la media massima imponibile era di 50 km/h; ora, con le strade chiuse al traffico, è stata elevata a 70 km/h. Viene introdotta, inoltre, la possibilità per ciascun equipaggio di scegliere la categoria di velocità media con cui affrontare la gara, superando la politica adottata in precedenza della media obbligatoria imposta in relazione all’età e alla cilindrata della vettura.
L’era delle Gruppo B
Con l’avanzare delle edizioni, inevitabilmente anche le vetture invecchiano e si rende dunque necessario adattare il periodo di partecipazione, accettandone di più moderne. L’asticella viene alzata fino al 1986 - forse è anche questa una delle ragioni della modifica del regolamento - ma, se al contempo si possono vedere auto più recenti, i nuovi regolamenti inesorabilmente vedono una sempre minor partecipazione delle vetture più vecchie, non più competitive con le nuove medie. Le vetture delle prime 23 edizioni del Rallye originale, invece, non sono eleggibili alla gara (tra cui Bentley, Bugatti, Lagonda e tante altre). Questa scelta organizzativa si traduce in una riduzione delle auto iscritte antecedenti al 1970.
Un fascino internazionale
L’edizione 2026 del Rallye Monte‑Carlo Historique attirerà su strade e montagne d’Europa appassionati e piloti di auto d’epoca da ogni angolo del continente. Tra i partecipanti internazionali si possono annoverare l’ex pilota di Formula 1 Takuma Sato, il pilota americano John Buffum e il vincitore dell’edizione del “Rallye” del 1988 Bruno Saby. Il via avverrà dalle sei città europee selezionate per le partenze: da John O’Groats in Scozia a Barcellona, da Torino alla tedesca Bad Homburg, passando per Reims e Monte-Carlo stessa. La gara, che da quest’anno vede l’introduzione di un roadbook ufficiale, renderà idealmente più semplice l’arrivo a Monaco, ma come sempre rappresenterà l’epilogo simbolico di una settimana di guida, gestione della meccanica, cambi gomme e precisione. Nella speranza di trovare una neve sempre più rara, gli equipaggi si stanno preparando a quella che, indipendentemente dalla classifica, sarà un’esperienza indimenticabile.
