Complice la crisi, all'appello dell'ultimo Motor Show mancavano molti marchi noti, tra cui BMW, Mini, Toyota, Opel, Chevrolet, Nissan, Citroën e Peugeot. A parte il momento economicamente non certo felice, c'è da chiedersi se la formula della kermesse bolognese non stia segnando un po' il passo, dato il consistente calo di visitatori dal 2008 a oggi. Le auto storiche però c'erano eccome, anzi il loro ruolo è stato proprio quello d'"intrattenere" distraendo il pubblico dalle illustri assenti.
A parte le regine dei rally esposte allo stand di Quattroruote, visitato anche da ospiti illustri come Sandro Munari e Miki Biasion che si sono soffermati a lungo sulle Lancia con cui hanno corso e vinto nel Mondiale ("Stratos" e "Delta Integrale"), un intero padiglione era consacrato alla rassegna Icon Cars. Qui erano riunite, sotto l'egida dell'Asi, molte delle vetture che hanno segnato la storia di questo secolo e mezzo d'Italia unita, tanto da far rientrare questa iniziativa tra gli eventi celebrativi ufficiali della ricorrenza.
Tra gli esemplari più significativi, una De Dion-Bouton del 1899, una Fiat "Tipo Zero" del 1914, le immancabili "500" e "600", la sempre verde Lancia "Fulvia Coupé". Grande ammirazione, però, hanno suscitato anche prototipi indimenticabili, come l'Alfa Romeo "Carabo" di Bertone o l'"Iguana" di Giugiaro. Auto storiche si sono viste anche in pista, impegnate in gare su asfalto o terra: dalle Alfa e BMW, impegnate un tempo nel DTM, alle protagoniste dei rally (Lancia "037" e "Delta", Toyota "Celica" ecc.), impegnate nel Bettega Legend nelle mani di mostri sacri della specialità, come Kankkunen e lo stesso Biasion.