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20/02/2018 | di Redazione Ruoteclassiche
London Classic Car Show, ancora un successo
Prima è arrivato al volante di una Eagle Speedster ispirata alla Jaguar E-Type, poi ha seguitato a infiammare gli animi alla guida di una Ferrari 246 Dino da corsa di fine anni Cinquanta. Stiamo parlando dell'ex pilota di F1 Nigel Mansell e dell'evento principale di automobilismo storico di Londra, cui ha preso parte lo scorso week-end (15-18 febbraio): il London Classic Car Show.
20/02/2018 | di Redazione Ruoteclassiche

Prima è arrivato al volante di una Eagle Speedster ispirata alla Jaguar E-Type, poi ha seguitato a infiammare gli animi alla guida di una Ferrari 246 Dino da corsa di fine anni Cinquanta. Stiamo parlando dell'ex pilota di F1 Nigel Mansell e dell'evento principale di automobilismo storico di Londra, cui ha preso parte lo scorso week-end (15-18 febbraio): il London Classic Car Show.

Affiancata dall'attiguo Historic Motorsport International, che celebra il motorismo british con riferimento, in particolare, al circuito di Silverstone, la kermesse quest'anno ha chiuso la sua quarta edizione al centro espositivo ExCel con circa 700 auto in mostra, riunite come sempre dai più importanti dealer del Regno Unito. Anche stavolta, comunque, non è mancata un'area dedicata alla compravendita di storiche per tutte le tasche, che ha contribuito a far registrare un totale di oltre 38.500 visitatori. Un numero considerevole, cresciuto finora di anno in anno, a dispetto di un biglietto d'ingresso (a partire da 25 sterline) non proprio a buon mercato.

Quest'anno, poi, non c'era nemmeno la mastodontica rassegna di Ferrari organizzata da Joe Macari per i 70 anni del Cavallino come è successo nel 2017, ma gli show quotidiani lungo la Grand Parade, la pista indoor al centro del padiglione principale, si sono dimostrati ancora una volta una formula divertente in grado di calamitare il pubblico. Anche perché le sfilate comprendono sempre un sapiente mix di mezzi da sogno, premiati, rarissimi e a volte di grande richiamo – come la “Belva di Torino” (Fiat S76), che avrebbe dovuto partecipare ora ma ci sarà più probabilmente nel 2019 (14-17 febbraio) –, e di best seller che, seppure in special edition, suscitano negli spettatori bei ricordi di vita.

Il campione britannico, insomma, non è stato l'unico a ritrovare macchine del suo passato, sebbene le sue siano state senza dubbio più esclusive, a partire dalla Williams-Renault FW14 con cui ha vinto il titolo mondiale nel 1992. Si è scatenato anche con una Crosslé 32F del 1977 e poi alla guida della Ford Benetton B193 di Michael Schumacher (1993). Non era l'unico vip: l'attore Philip Glenister, fuggiasco in una Audi Quattro nella popolare serie televisiva della BBC “Ashes to Ashes”, ha selezionato per una rassegna al LCCS 2018 una serie di “gateaway cars” (“macchine da fuga”) tra le più celebri del grande schermo. Fra loro, anche la Mini Cooper S di Michael Caine in “The italian job” (1969, girato in parte al Lingotto).

Infine, l'immancabile asta. Pezzo forte, una Ferrari 512BB Boxer del 1984 venduta sabato 17 da Coys per 260mila sterline (circa 293.500 euro).

Laura Ferriccioli

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