Presidente, quali sono stati i motivi che hanno portato Aci Storico a sposare l’iniziativa?
Abbiamo aderito entusiasticamente e subito a questa iniziativa, che riteniamo assolutamente giusta. La premialità è già di per sé un riconoscimento, è una guida e crea orientamenti. Nel dettaglio, il problema in Italia è quello di creare una separazione netta tra le auto vecchie e quelle che potrebbero diventare storiche, sapete il mio punto di vista, su questo dobbiamo fare sempre molta attenzione.
Qual è la sua fotografia del comparto oggi?
Lo vedo in buona salute, c’è un grande sviluppo nel mondo del motorismo storico, una grande passione grazie anche al vostro lavoro. Sta crescendo il settore delle youngtimer, stiamo avviando i giovani verso questa passione, mi sembra che il vostro lavoro sia stato premiato e sarà premiato. Dal nostro punto di vista restiamo convinti che sia importante rendere il più possibile facile la vita ai collezionisti, rinunciando a orpelli e passaggi obbligati. Viceversa, rischiamo di allontanare gli appassionati che non possono usare l’auto liberamente. Sarebbe una sconfitta per tutti.
Come Aci Storico sostiene il motorismo?
Con il Mauto stiamo collaborando allo sviluppo di una scuola di formazione per restauratori avvalendoci dell’esperienza di chi può ancora insegnare la strada. Anche il CNR ci è di supporto nella ricerca dei materiali. È importante alimentare la cultura dell’originalità.
Una sua grande passione?
Le Lancia. Nascevano con una marcia in più. Anzi, mi lasci dire, con l’amore in più...