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30/04/2017 | di Redazione Ruoteclassiche
Marchi scomparsi: FIAM, Fabbrica Italiana Automobili e Motori
ono trascorsi 90 anni. Era il 1927, l’anno in cui chiudeva la Fiam, Fabbrica Italiana Automobili e Motori, che aveva aperto i battenti solo sei anni prima, nel 1921.
30/04/2017 | di Redazione Ruoteclassiche

Sono trascorsi 90 anni. Era il 1927, l’anno in cui chiudeva la Fiam, Fabbrica Italiana Automobili e Motori, che aveva aperto i battenti solo sei anni prima, nel 1921.

Tutto comincia quando Amedeo Peano, ingegnere torinese, proprio nel 1921, rileva la fabbrica bresciana Marzoli & Magri fondando la Fiam. L’idea è di realizzare una piccola auto equipaggiata con motore di brevetto Sorelli.

Viene  sviluppato il motore e viene realizzato il prototipo del telaio. Due anni dopo, nel  1923, l'azienda viene trasferita a Torino, nello stabilimento situato in  via Sant'Ambrogio 33. Inizia la produzione di auto, mentre il noto artigiano del settore, Marcello Alessio, realizza la carrozzeria.

Le prime piccole auto hanno un propulsore in grado di spingere il veicolo alla velocità massima di 80 km/h. Come da volantino pubblicitario d’epoca, consumano 1 latta di benzina e 500 grammi d'olio ogni 250 chilometri. Alla fiera di Milano il modello viene apprezzato, arrivano gli ordinativi.

Già nel 1925 iniziano gli studi per la seconda serie, che riscuote altrettanto successo.  Il secondo modello, grazie ad una modifica del telaio, prevede le versioni "Torpedo 3 posti", "Sport Spider", "Berlina" e "Furgone". Il guidatore può avviare il veicolo senza scendere dalla vettura,  tramite una  leva posta alla destra del posto guida. Le richieste crescono, ma il momento è decisamente quello sbagliato.

La produzione aumenta nel 1927, ma la crisi economica  colpisce duramente il settore automobilistico. Inoltre, nella piazza di Torino c’è un concorrente non da poco: la Fiat è entrata nel settore delle utilitarie in grande serie e basso costo.

La Fiam fa appena in tempo a concludere le prime consegne, poi chiude e viene liquidata. Lo stesso anno la licenza di costruzione delle auto Fiam viene ceduta alla casa automobilistica ungherese Manfred Weiss.

Nella foto, Amedeo Peano con una delle FIAM che parteciparono alla Coppa del Cusio, il 24 maggio 1925 (archivio Peano)

Elisa Latella

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