La Prisma ha i colori dei modelli storici Maserati - Ruoteclassiche
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22/06/2023 | di Raffaella Rietmann
Maserati, la macchina del tempo
C’è un’auto, in via Ciro Menotti a Modena, che da sola racconta la storia della Maserati. Sulla GranTurismo Prisma, una Fuoriserie del Tridente, sono riprodotti i 14 colori (e i nomi) delle vetture più significative della Maserati, dal Grigio Cangiante della A6G54 del 1954 al Rame della Ghibli del 1972. Un'alchimia nata anche da menti femminili, che, a Modena, oggi, sono tante, capaci e decise
22/06/2023 | di Raffaella Rietmann

Una ricerca negli archivi storici di Maserati. Per cercare (e ricreare) i colori originali delle più celebri GT del Tridente dal 1947. Così, anche come omaggio a oltre un secolo di storia, è nata, tra le Fuoriserie modenesi, la GranTurismo Prisma. Un caleidoscopio di colori che si perdono uno nell’altro e una superficie lucida da cui emergono i nomi delle vetture storiche del marchio.

Le sfumature del passato. Oltre alla ricerca storica, c’è stata una tecnica (manuale) meticolosa che ha richiesto oltre 130 ore di lavoro, tra verniciature a pennello o con l’aerografo. Livia Chiani è il genio del colore e degli abbinamenti, che studia al Centro Stile di Torino. Si è occupata degli effetti speciali (esteriori) di questa evocativa one-off, la Prisma: “C’è, vicino alla ruota anteriore destra, il color ‘Dama Bianca’, il nome che i lavoratori davano alla 3500 Ghibli Coupé del 1957. Oppure dietro, c’è il Blu Sera, la tinta della 500 GT del 1959, prima Maserati personalizzata: era destinata allo Scià di Persia”.

La ricerca dei pigmenti. Livia Chiani, giovane Industrial Designer con un’attenzione particolare per la sostenibilità, è una delle numerose signore della Maserati. L’avanzata rosa in azienda, in posizioni chiave, conquista terreno. Oggi, il 35 per cento dei dipendenti Maserati è femminile. E si punta a una presenza più massiccia. Anche perché nel futuro del brand si guarderà sempre più all'altra metà della... clientela. Livia continua nella descrizione della storia “scritta” dalla Prisma: “Abbiamo viaggiato nel tempo fino al Blu Inchiostro (nella parte anteriore della portiera sinistra) della prima GranTurismo della Casa, la 3500 GT del 1957. E ancora c’è il Rosso Capannelle della Sebring del 1962, il Verde Gemma della Indy del 1972 o il Giallo della Kyalami del 1973, l’Argento della Mistral del 1963, l’Oro Longchamps della Khamsin del 1973 sul tetto… Solo davanti, abbiamo optato per nuovi colori. È stato un lavoro impegnativo. Abbiamo prima verniciato le basi, poi applicato le lettere dei modelli Maserati con degli sticker. A quel punto, un processo di spazzolatura e, di nuovo, un’altra verniciatura. Alla fine abbiamo ottenuto questo risultato visivo che è un po’ l’anima del progetto”. Un’ulteriore difficoltà è stata l’impossibilità di ricreare le tinte storiche, i pigmenti non ci sono più.

La corsa al presente. La storia va avanti e oggi la Maserati, brand globale con 1.500 dipendenti nel mondo (circa 500 a Modena), ha di fronte le sfide tecnologiche (elettrificazione) e di mercato, ma anche la filosofia dell'inclusività (in tutti i sensi) tra i suoi dipendenti. Si è parlato, a Modena a metà giugno 2023 (Maserati Modena Experience), di presenze femminili, in azienda e tra la clientela. Oggi la donna è più consapevole e decisa e sceglie personalmente la sua vettura, soprattutto in alto di gamma. E poi influenza le scelte dell’auto di famiglia. Non era certo così in passato. C’è una signora di ferro, Michela Lomio, production manager, responsabile dei tre super reparti di via Ciro Menotti, scoccatura, verniciatura e motore. “Essere a capo di tanti uomini è stato difficile. Occorre lavorare dieci volte di più di loro. Ma Maserati è molto avanti, quanto a presenze femminili”.

La prima manager. Oggi la fetta rosa e gentile della Maserati ha una laurea in Ingegneria, in Industrial Design, in Management, nella comunicazione... Teste femminili sono chine sui computer per i test finali e definitivi del motore, oltre i vetri che isolano dal mondo, dal calore, dalla polvere. Sì, le donne stanno plasmando una nuova immagine della Casa del Tridente. Perché l’auto è (anche) donna. Federica Fortunato è ingegnere, si occupa dei propulsori, di tutto il sistema che interessa il motore. Valeria Birau è strategic planning manager. Elisa Weltert, general manager South Europe, è stata la prima dirigente donna in assoluto di via Ciro Menotti. E guarda al futuro in rosa: “Le donne oggi scelgono le auto da sole”. Una vettura, per le signore, non deve essere solo praticità. Deve piacere, deve affascinare, deve realizzare sogni e bisogni. La Grecale, per esempio, va in questa direzione: ha qualità, lusso, performance. Accontenta la clientela femminile (il 12 per cento dei proprietari): meno di cinque metri di lunghezza, facile, intuitiva, bella. Ana Paola Reginatto è nel commerciale (si occupa di E-Mobility e Connettività), pensa (anche) a come una signora, magari in gonna, magari coi tacchi alti, sale in macchina e parte. Come Julie Taieb-Doutriaux, che con passione racconta il percorso di inclusività femminile (e non solo) dell’azienda. Sa che il passato insegna (del resto la prima pilota donna in F.1 è stata Maria Teresa De Filippis nel 1958 su Maserati 250F), ma il futuro significa nuovi clienti nel mondo e personalizzazione. E poi c’è Sonia Lauria, ingegnere e test driver, le performance di molte vetture del Tridente cadono sotto la sua responsabilità. “Il mio compito è realizzare i desideri del cliente”, spiega. E i suoi campi d’azione sono velocità, accelerazione, dinamica, transizione ecologica e sicurezza. Valentina Boarini, manager della comunicazione Emea (Europe Middle East e Africa), è, infine, la perfetta padrona di casa, che porta alla scoperta dei progetti (tecnici) del brand e della terra, lì attorno, dove tutto è nato.

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