Maserati Tipo V4, un’auto da record - Ruoteclassiche
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30/09/2019 | di Andrea Zaliani
Maserati Tipo V4, un’auto da record
Nel settembre del 1929 la Maserati Tipo V4 stabilì a Cremona un importante record, il primato mondiale sui 10 chilometri con partenza lanciata.
30/09/2019 | di Andrea Zaliani

Nel settembre del 1929 la Maserati Tipo V4 stabilì a Cremona un importante record, il primato mondiale sui 10 chilometri con partenza lanciata

Tempo di ricorrenze in casa Maserati: il 28 settembre di novant’anni fa Mario Umberto “Baconìn” Borzacchini, alla guida di una Tipo V4, stabilì infatti il primato mondiale sui 10 chilometri con partenza lanciata. La gara si svolse lungo la vecchia strada statale n. 10-Padania Inferiore che, partendo da Cremona in direzione est-nord-est, vantava un rettilineo di circa 17 chilometri. I dieci chilometri partivano dal municipio di Gadesco Pieve Delmona, con arrivo a Sant’Antonio d’Anniata.

Una media da record. Il regolamento internazionale prevedeva un’andata e un ritorno, con la media dei tempi omologata per ottenere il record. Borzacchini fece registrare un tempo medio di 2’26”30/100, corrispondente a una velocità di 246,069 km/h, ovvero il nuovo record mondiale per la classe C (da 3000 a 5000 cc). Un risultato notevole che andava a surclassare il primato precedente del 1927 ottenuto da Ernest Eldridge a Montlhéry, con 225,776 km/h e un tempo di 2’39”45/100. Questo record è stato un evento eccezionale, festeggiato a Bologna con una cena offerta dall’Automobile Club alla presenza delle massime autorità cittadine, dei piloti e di Enzo Ferrari che, proprio in quell’occasione, riuscì a convincere due facoltosi imprenditori emiliani, Alfredo Caniato e Mario Tadini, a costituire la scuderia che avrebbe portato il suo nome.

Auto innovativa e performante. La Maserati Tipo V4 segna un importante traguardo per Maserati in termini di innovazione. L’obiettivo era quello di realizzare una motorizzazione possente unendo due motori uguali a otto cilindri in linea. Questo complesso progetto prevedeva due motori Tipo 26B affiancati collegati da un unico basamento contenente i due alberi motore. Ognuno dei due gruppi aveva la propria accensione a magnete, il proprio carburatore con compressore e il proprio albero motore, per una potenza di oltre 280 cv. La configurazione tecnica della vettura era completata da un telaio appositamente rinforzato, un cambio a quattro marce e una trasmissione composta da un unico albero che terminava al ponte posteriore di tipo rigido, con sospensioni a balestra semi ellittiche.

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