Gennaio 2002, mentre gli occhi del mondo sono puntati su Bruxelles per l’entrata in vigore dell’Euro, Mercedes-Benz presenta la terza generazione della sua berlina per antonomasia: la Classe E.
Nei primi anni Duemila, il segmento E rappresentava la colonna portante della per la Casa di Stoccarda. La Classe E sintetizzava i valori fondanti del Marchio: eleganza, innovazione tecnologica e un elevato livello di sicurezza. La W211 succedeva direttamente alla W210, antesignana del caratteristico look “quattro fari”, reinterpretato in modo più dinamico. Uno stile volutamente neoclassico, supervisionato da Peter Pfeiffer, succeduto a Bruno Sacco e opposto a quello della storica rivale BMW Serie 5 che, l’anno seguente, finì per dividere gli animi in virtù del particolare family feeling introdotto da Chris Bangle.
L’immagine importante e rassicurante della Classe E non venne messa in discussione e nacque così una berlina le cui linee esprimevano, pur nella loro formalità, una sensualità sconosciuta alle generazioni precedenti. Sotto pelle, invece, la W211 celava invece le più avanzate tecnologie disponibili al momento.
Comfort da ammiraglia. Nel marzo 2002 alla nuova Classe E venne dedicata maggior rilevanza al Salone di Ginevra, durante la prestigiosa kermesse elvetica il pubblico e la stampa poterono approfondire la conoscenza di questa vettura, che stabilì un nuovo riferimento nel campo della sicurezza attiva e del comfort di bordo.
Le nuove sospensioni prevedevano uno schema a quattro bracci, con la posteriore di tipo indipendente Multilink realizzata per lo più in alluminio. Per la prima volta su una Classe E, vennero proposte le sospensioni pneumatiche Airmatic DC (Dual Control), che permettevano di gestire contemporaneamente molle e ammortizzatori tramite un sistema di gestione elettronica: lo stesso sistema impiegato sull’ammiraglia Classe S (W220). L’impianto regolava la forza di smorzamento ottimale degli ammortizzatori, garantendo un comfort elevatissimo e un maggior controllo sui percorsi più tortuosi. Le sospensioni Airmatic erano di serie sui modelli otto cilindri ma erano disponibili a richiesta su tutte le altre versioni.
Frenata via cavo. Anche l’innovativo impianto frenante era in condivisione con un altro modello dell’alto di gamma Mercedes-Benza: la SL (R230) presentata nell’autunno 2001. Il sistema, indicato con la sigla SBC (Sensotronic Brake Control) era di tipo elettronico “by wire” e, operando in simbiosi con il BAS (Brake Assist), abbatteva nettamente i tempi di risposta durante le frenate d’emergenza. Tutti questi dispositivi erano standard, come pure l’ESP, il controllo elettronico di stabilità.
Sicura innanzitutto. La nuova Classe E era dotata di airbag frontali adattivi, per la prima volta anche con limitatori di forza delle cinture di sicurezza, a due stadi e la classificazione automatica del peso dei passeggeri anteriori. Su tutte le Classe E erano presenti i sidebag (airbag laterali) per i passeggeri anteriori e windowbag di grandi dimensioni (airbag a tendina) per proteggere anche gli occupanti posteriori. Ulteriori misure per la sicurezza includevano il riconoscimento automatico dei seggiolini per bambini e un sensore di ribaltamento per una protezione degli occupanti ancora più precisa e coordinata.
Dal punto di vista strutturale, la carrozzeria della W 211 si distingueva per zone di deformazione più ampie nella sezione anteriore: ciò permise alla nuova berlina di superare i test di sicurezza più severi, con la cellula abitativa rimasta intatta anche dopo collisioni di grave entità.
Le dotazioni. L’equipaggiamento della W 211 era nettamente più completo rispetto ai modelli precedenti: un sofisticato climatizzatore automatico bizona, i cerchi in lega, il sensore pioggia, il cruise control e l’autoradio high-tech Audio 20 e i sedili con regolazione parzialmente elettrica (angolazione schienale e altezza delle sedute anteriori) erano previsti su tutti i modelli, con il plus dei sedili elettrici con memoria sulle V8. Ricchissima la lista degli optional, molti dei quali ripresi dalla più grande “Sonderklasse”, come i sedili Multicontour con funzione massaggio.
Altri, invece, vennero sviluppati appositamente per la nuova Classe E, come il tetto panoramico in vetro e i fari adattivi. Indicati come “ALS” (Active Light System), seguivano i movimenti dello sterzo del guidatore fino a un angolo di 12 gradi, illuminando l’interno curva durante la guida notturna. Questo dispositivo, a richiesta su tutti i modelli, venne sviluppato insieme allo specialista dell’illuminazione Hella.
Gli allestimenti. In continuità con la generazione uscente, vennero mantenute le tre linee di allestimento: Classic, Elegance e Avantgarde. All’esterno si differenziavano per la trama della griglia del radiatore, la grembialatura del paraurti anteriore e cerchi in lega da 16 o 17” (a seconda delle motorizzazioni) di diverso disegno. All’interno, ciascun allestimento prevedeva inserti e trama dei rivestimenti specifici. Sulla Classic spiccavano le finiture in legno “Eucalyptus” e il volante nero. La Elegance prevedeva inserti in radica di noce e strumentazione con cornici cromate. Quasi invariato il corredo di accessori, con il solo plus delle luci d’ambiente negli specchietti retrovisori esterni. Paradossalmente, nonostante questa linea fosse pensata per essere la più elegante, non prevedeva i rivestimenti in pelle (optional). Questi, sul mercato italiano, rimasero prerogativa della più completa Avantgarde, che rispetto alle altre offriva anche i fari bixeno. Negli altri Paesi venne impiegato un rivestimento misto pelle e tessuto. Per le finiture, Acero scuro e alcuni dettagli in alluminio satinato. A richiesta, per tutte, era disponibile il pacchetto aerodinamico AMG, molto apprezzato Oltreoceano.
I motori. Al momento del lancio, la gamma di motorizzazioni della Classe E W211 prevedeva solo unità plurifrazionate a sei e otto cilindri: E240, 2,6 litri V6 da 177 CV; E320, 3,2 litri 224 CV e al vertice la E 500, V8 da 306 CV, in grado di combinare le prestazioni di un’auto sportiva alla proverbiale comodità di una berlina Mercedes. La prima era disponibile con cambio manuale a sei marce mentre le altre due erano proposte con il collaudatissimo cambio automatico NAG a cinque rapporti.
Due i motori gasolio, appartenenti alla seconda generazione di motori CDI: entrambi common rail e dotati di iniettori piezoelettrici al posto della precedente elettrovalvola. Il primo era il 2,2 litri quattro da 150 CV della E 220 CDI e, dotato di due alberi bilanciatori, si caratterizzava per la bassa rumorosità e per il livello contenuto delle vibrazioni. Seguiva il cinque cilindri 2,7 litri da 177 CV della E 270 CDI.
Passaggio di consegne. Il range dei motori a gasolio, imprescindibili su una grande passista, di lì a poco venne completato con la E200 CDI, variante depotenziata a 122 CV del 2,2 litri; la E 320 CDI con il 3,2 litri sei cilindri in linea da 204 CV e il poderoso otto cilindri quattro litri della E 400 CDI, in grado di erogare 260 CV.
Tra il 2004 e il 2005, il noto cinque cilindri a gasolio della E270 CDI venne rimpiazzato dal sei cilindri in linea (3,2 litri) depotenziato della E280 CDI. Questo, manteneva la stessa cavalleria ma si distinse per una maggiore affidabilità e un’erogazione molto fluida, coadiuvata dal cambio automatico (di serie).
Agli opposti. La gamma di motori a benzina si ampliò con una nuova motorizzazione d’ingresso a benzina: il due litri quattro cilindri sovralimentato da 163 CV della E 200 Kompressor. Dotato di sistema Twinpulse, il propulsore combinava la sovralimentazione meccanica, la tecnologia delle quattro valvole per cilindro, l’albero a camme con alzata variabile e il bilanciatore Lanchester. Ne risultava un’unità dall’erogazione brillante e regolare.
Agli antipodi, come top di gamma debuttava la sanguigna E 55 AMG Kompressor spinta da un potente V8 sovralimentato. Questo derivava dal 5,5 litri “M 113” della precedente E 55 AMG della serie W210 ma il compressore volumetrico ne elevava la potenza da 354 a 476 CV a 5.600 giri/min. Risultanti in un bruciante 0-100 km/h coperto in 4,7 secondi, mentre la velocità massima era limitata elettronicamente a 250 km/h.
Per traslochi in grande stile. Un anno dopo la berlina, Mercedes-Benz presentò la Classe E station wagon identificata con la sigla S 211. Oltre altre alle soluzioni proposte adottate dalla “sedan”, l’elegante familiare presentava alcune innovazioni specifiche. Prima fra tutte il sistema Easy Pack con portellone opzionale ad apertura e chiusura elettrica e un nuovo divanetto posteriore diviso asimmetricamente, ripiegabile in avanti per creare una superficie di carico piana. In questo modo la Classe E poteva raggiungere una capienza di quasi due metri cubi (1.950 litri). Come optional era disponibile anche il pianale di carico ad azionamento idraulico, estensibile di 40 cm per facilitare il carico e lo scarico di oggetti pesanti.
Più potenza per le V6. Nell’autunno 2003 vennero presentate le varianti 4MATIC con trazione integrale permanente, disponibili con i motori a benzina a sei e otto cilindri.
Nel corso del 2004, con l’entrata in vigore della normativa Euro 4, alcune motorizzazioni vennero sostituite. Sul fronte dei benzina, debuttavano due nuovi V6 della famiglia M272: il tre litri da 231 CV della E280 rimpiazzava la precedente E240 mentre il 3,5 litri da 272 CV della E350 prendeva il posto della E320. L’M 272 era considerato un propulsore all’avanguardia, in quanto poteva erogare fino al 30% di potenza in più senza un consumo extra di carburante. Entrambe le unità prevedevano due alberi in testa, con camme di aspirazione e scarico regolabili (una prima mondiale su motori V6), così come di un collettore di aspirazione a geometria variabile. Molto buone le prestazioni di entrambe: già con il V6 “d’ingresso”, la Classe E poteva accelerare da zero a 100 km/h in soli 7,3 secondi e raggiungere una velocità massima di 250 km/h.
Va a metano. All’Auto Mobil International di Lipsia del 2004, Mercedes-Benz presentò un motore a metano con alimentazione bivalente basato sulla E 200 Kompressor: la E 200 NGT, che all’epoca era la berlina di produzione più potente con propulsione a gas naturale. Uno speciale controllo elettronico assicurava una commutazione dolce e delicata per ogni singolo cilindro.
Per questo veicolo, Mercedes-Benz ha modificato il sistema Twinpulse, aggiungendo ugelli di iniezione sul lato inferiore del collettore di aspirazione. Un regolatore di pressione sotto il cofano con sensore e valvola di chiusura elettromagnetica controllava l’alimentazione del gas naturale e manteneva la pressione necessaria del sistema a un livello costante.
I nuovi diesel. Nel 2005, debuttarono le nuove E280 ed E320 CDI, entrambe spinte da un nuovo motore diesel V6 più leggero e performante, declinato in due step di potenza. La E 280 CDI sviluppava ora 190 CV per 400 Nm di coppia a partire da 1400 giri/min, sufficienti per farla accelerare da 0 a 100 km/h in 7,6 e raggiungere i 238 km/h di velocità massima. La E 320 CDI erogava 224 CV e generava 510 Nm di coppia, accelerando da zero a 100 km/h in 6,8 secondi mentre la velocità massima era superiore ai 240 km/h. Entrambe potevano essere abbinate al moderno cambio automatico 7G-TRONIC in luogo dell’automatico a cinque marce.
La Classe E si confermava così una delle migliori berline del tempo.
– continua-