Il pretesto per fermarsi allo stand del Cavem (Circolo Ambrosiano Veicoli d’Epoca Milano), storico circolo meneghino, sono le tre monoposto esposte in prima fila: due Formula 1 e una F. Monza. Le prime due sono pezzi notevoli, una Shadow DN1 del 1973, ex Graham Hill, e una Arrows A1B del 1978, ex Riccardo Patrese, entrambe appartenenti alla Collezione Master Class Motors. La terza è una chicca, una minuscola e splendida F.Monza, con la quale corse all’inizio degli anni 80 Massimo Pollini, oggi apprezzatissimo restauratore e gestore di monoposto di F.1 d’epoca.
Con tutti gli onori. A farci da Cicerone, tra le monoposto e le attività del sodalizio, è il presidente del Cavem, Claudio Mereu, ex pilota e profondo conoscitore del mondo delle corse. Ma soprattutto, uno dei tanti protagonisti della favolosa epopea della F.875 Monza (seguita poi da categorie successive) dal 1965 al 1983 a Monza e su altre piste, un tema che sta tornando alla ribalta per la sua importanza nel tessuto delle competizioni lombarde, per il ruolo di “talent scout” che ha avuto nel caso di tanti bravi piloti arrivati anche in F.1 (su tutti, Michele Alboreto) e per l’importanza di alcune squadre coinvolte, come la Scuderia Salvati. Ha avuto anche l’importanza di aver creato un grande scuola di preparatori, di piccoli costruttori e team manager.
Un’idea importante. Proprio riguardo alla Scuderia Salvati, fondata nel 1973 in ricordo di Giovanni Salvati, campione italiano di F.3 e vincitore di molte gare internazionali, scomparso in Brasile nel 1971, un gruppo di amici che correvano all’epoca con i “formulini” ha lanciato l’idea di ridare forza e vigore alla “Salvati”, alla sua filosofia, offrendo inizialmente la possibilità di realizzare alcuni track day, al fine di ricreare quella atmosfera di passione, collaborazione e amicizia che si respirava all’epoca in squadra. Una possibilità di provare automobili in pista (chissà, in futuro si vedrà, magari anche delle “single seater”), per chi non ha mai potuto provare certe emozioni. Nel pieno spirito di Giovanni Salvati e del fratello Adriano.