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01/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche
MILORD HA L’ACCENTO UMBRO
Una stupenda “drop head” sale le colline di Magione (PG) fino all’antico maniero: non sarà lo Yorkshire, ma poco ci manca. È la prima auto non sportiva della Casa inglese nata per essere guidata non dall’autista, ma dal proprietario. Il motore è un sei cilindri in linea di 4,6 litri con valvole di scarico laterali.La nostra […]
01/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche

Una stupenda "drop head" sale le colline di Magione (PG) fino all'antico maniero: non sarà lo Yorkshire, ma poco ci manca.È la prima auto non sportiva della Casa inglese nata per essere guidata non dall'autista, ma dal proprietario. Il motore è un sei cilindri in linea di 4,6 litri con valvole di scarico laterali.

La nostra Bentley "Mark VI" del 1951 carrozzata Park Ward è di proprietà di Nicola Cinelli, che si è fatto catturare dal fascino di questa "drop head coupé" in livrea bicolore, blu e panna, con capote blu e interno grigio.

La "Mark VI" fu il primo modello completamente nuovo che la Rolls Royce-Bentley concepì nel dopoguerra: circa il 20% della "Mark VI" fu equipaggiato con carrozzerie speciali e fra queste rientra anche la nostra, che il 19 gennaio 1951 era pronta per la consegna a un agente della Jack Barclay Ltd. La "Mark VI" era una vettura nata già vecchia, ma forse la sua bellezza sta proprio nel suo stile volutamente rétro.

Le parti cromate sono limitate al radiatore, ai paraurti e a pochi altri elementi; l'interno è opulento, ma senza frivolezze: impeccabile la confezione dei sedili in pelle e il legno pregiato che riveste le plancia. Il motore è strutturalmente analogo al sei cilindri della "Mark V", derivato dalla famiglia dei Rolls Royce progettati assai prima della guerra. Nonostante la rispettabile cilindrata di 4566 cm³, la potenza è di soli 153 CV; in compenso, la marcia è estremamente fluida, grazie anche a un cambio manuale a quattro marce sincronizzate abbastanza maneggevole.

La filosofia "conservatrice" del progetto non si manifesta nel funzionamento del motore o del cambio, ma nell'impianto frenante, nelle sospensioni e nel telaio. Basti dire che il primo è ancora a sistema misto: idraulico sulle ruote anteriori e meccanico su quelle posteriori. Più comprensibile il fatto che le sospensioni siano indipendenti solo davanti e dietro ancora a ponte rigido, uno schema assai diffuso in quel periodo.

Il telaio invece presenta la tipica architettura in uso negli anni Trenta, basata sull'utilizzo di massicci longheroni, ma il fatto che una Bentley del 1951 proponesse schemi costruttivi già in uso negli anni Trenta non provocava all'epoca il minimo disappunto. Tanto meno lo può provocare oggi al suo fortunato proprietario.

Motore
(S6 IOE B83H)
Anteriore, 6 cilindri in linea - Cilindrata 4566 cm³ - Alesaggio 92,08 mm - Corsa 114,3 mm - Potenza 153 CV DIN a 4000 giri/min - Rapporto di compressione 6,4:1 - Due carburatori SU H6 (uno Stromberg sugli esemplari con guida a sinistra), due pompe benzina elettriche - Testa cilindri in alluminio, valvole di aspirazione in testa, di scarico laterali - Raffreddamento ad acqua.
Trasmissione Trazione posteriore - Cambio a quattro marce sincronizzate, leva al volante - Frizione monodisco a secco, comando idraulico - Pneumatici 6.50-16.
Corpo vettura Cabriolet a 4 posti, 2 porte - Telaio a longheroni con traverse a croce - Sospensione anteriore a ruote indipendenti, bracci paralleli, molle elicoidali - Sospensioni posteriori a ponte rigido, balestre semiellittiche - Ammortizzatori idraulici (posteriori regolabili) - Freni anteriori a tamburo a comando idraulico, freni posteriori a comando meccanico, servofreno - Sterzo a vite e settore - Serbatoio litri 82.
Dimensioni (autotelaio) Passo 3048 mm - Carreggiata anteriore 1435 mm - Carreggiata posteriore 1485 mm.
Prestazioni Velocità 168 km/h - Consumo medio 20 litri/100 km.

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