Disegnata dalla Pininfarina, con, dentro al cofano, un V8 2.9 biturbo da 400 cavalli, che potevano spingerla oltre i 300 km/h. La Ferrari 288 GTO è una delle più iconiche sportive di Maranello degli anni 80, insieme alla mitica Testarossa. Appena 272 esemplari venduti, per la 288 GTO: per fortuna, i modelli in scala sono molti di più.
Special look. La livrea di questa GTO è veramente particolare: la targa posteriore riporta il brand “ZiriMods” (un nome non nuovo a personalizzazioni del genere). Il nero lucido della carrozzeria è attraversato per tutta la lunghezza da due bande, una rossa e una verde, motivo ripreso anche lateralmente in verticale. Gli pneumatici offrono una buona scolpitura e sono montati su cerchi a loro volta personalizzati, al fine di infondere un aspetto ancora più “dark” e originale.
Anticonformista. Un modello che spezza le “catene” rosse di chi colleziona i gioielli di Maranello, normalmente non troppo avvezzo a discostarsi volentieri dal rosso o dal giallo. Ma, questa, della GT Spirit, rappresenta un’alternativa che può trovare terreno fertile: lo dimostra il fatto che già sia piuttosto rara nei negozi di settore.
A me gli occhi. L’auto è ben riprodotta, la linea fedele la rende inequivocabilmente riconoscibile, così come l’interno, curato e completo. Per avere il miglior effetto, consiglio di esporla frontalmente ad altezza occhi, perché i fari anteriori (gruppi ottici a scomparsa esclusi), a coppie sotto al livello del cofano anteriore, offrono una gran bella prospettiva.
Abitacolo nero. Il modello è di resina, l’interno è piuttosto buio, non solo per le ristrette dimensioni dell’abitacolo reale, ma anche per l’abbondante presenza di particolari neri, che la 288 offriva e che in scala tendono in parte a “spegnere” alcuni dettagli. Personalmente la sceglierei? Sì, da amante e ricercatore di versioni e livree inconsuete pagherei volentieri il suo prezzo che, indicativamente, è attorno ai 150 euro. Una soglia corretta per una GT Spirit.