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03/09/2004 | di Redazione Ruoteclassiche
MORTE E RESURREZIONE
Di questo modello Pinin Farina allestì quattro vetture. Una fu subito distrutta in un incidente di corsa. Recuperata, è la protagonista del nostro servizio. Due furono private della carrozzeria originale e trasformate in barchette. Con quanto è stato ritrovato sono state tutte ricostruite. L’ultima è da poco riapparsa negli Stati Uniti. Ma c’è anche una […]
03/09/2004 | di Redazione Ruoteclassiche

Di questo modello Pinin Farina allestì quattro vetture. Una fu subito distrutta in un incidente di corsa. Recuperata, è la protagonista del nostro servizio. Due furono private della carrozzeria originale e trasformate in barchette. Con quanto è stato ritrovato sono state tutte ricostruite. L'ultima è da poco riapparsa negli Stati Uniti. Ma c'è anche una replica olandese.

Dopo l'accordo di collaborazione che Ferrari stipulò con Pinin Farina nel 1951, quest'ultimo continuò tuttavia a concedere pari impegno anche alla Maserati, creando, su un autotelaio "A6 GCS 2000", un capolavoro aerodinamico ed estetico.

I quattro esemplari (tutti costruiti su richiesta del concessionario romano Guglielmo Dei) ebbero vita brevissima e sfortunata. Il primo, di colore rosso (telaio 2056), venduto al conte Paolo Gravina di Catania, fu allestito nel dicembre del 1953 e corse nell'aprile successivo il Giro di Sicilia, dove si schiantò subito contro un muro. Il rottame fu riportato a Modena e lì abbandonato.

Il secondo (telaio 2057), in due tonalità di blu, fece una fugace apparizione al Salone di Torino del 1954 e corse poi il Giro dell'Umbria con Piero Palmieri, che lamentò il caldo eccessivo dell'abitacolo. Così la carrozzeria coupé fu eliminata (ma conservata) e la vettura fu trasformata in barchetta. Il terzo esemplare (telaio 2059), rosso con una banda centrale bianca, deluse il conte Alberto Magi Diligenti che, dopo la sua presentazione al Salone di Ginevra del 1954, lo usò per correre la Mille Miglia del 1955; giunto al 109° posto, se ne liberò velocemente. Anche l'ultimo esemplare (telaio 2060), rosso con banda blu, perse la sua carrozzeria a vantaggio d'una spider.

Tutte e quattro le vetture sono state oggi ricomposte e due sono state addirittura "sdoppiate" (la "2057" e la "2060"). La "2056", l'auto del nostro servizio, è il risultato di un paziente recupero voluto da Alessandro De Tomaso. Partendo dai rottami ritrovati in fabbrica, fu radicalmente ricostruita da Onofrio Campana di Modena. A queste vetture dobbiamo aggiungere una replica fatta realizzare da un collezionista olandese.

Motore Anteriore - 6 cilindri in linea - Cilindrata 1985 cm³ - Alesaggio 76,5 mm - Corsa 72 mm - Potenza 170 CV SAE a 7300 giri/min - Rapporto di compressione 8,75:1 - Tre carburatori Weber 40 DCO3 - Lubrificazione forzata con pompe di mandata e di recupero - Accensione doppia con 2 magneti.
Trasmissione Trazione posteriore - Cambio a quattro marce - Pneumatici 6.00x16.
Corpo vettura Berlinetta due posti, due porte - Telaio tubolare con longheroni e traverse - Sospensione anteriore a ruote indipendenti, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici - Ponte posteriore rigido, balestre longitudinali e ammortizzatori idraulici - Freni a tamburo con comando idraulico - Sterzo a cremagliera.
Dimensioni e peso Passo 2310 mm - Carreggiata anteriore 1335 mm - Carreggiata posteriore 1220 mm - Lunghezza 3780 mm - Larghezza 1570 mm - Peso a vuoto 740 kg.
Prestazioni Velocità massima 235 km/h.

TAGS maserati
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