Motoclassiche di ottobre 2021: i 100 anni di Moto Guzzi e i miti delle due ruote - Ruoteclassiche
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01/10/2021 | di Redazione Ruoteclassiche
Motoclassiche di ottobre 2021: i 100 anni di Moto Guzzi e i miti delle due ruote
Motoclassiche torna in edicola! Non perdete questa uscita, che troverete in allegato a Ruoteclassiche di ottobre con un supplemento di soli 4,50 euro.
01/10/2021 | di Redazione Ruoteclassiche

Dove eravamo rimasti? Ah già al numero di ottobre 2020. Eccoci nuovamente in sella con Motoclassiche di ottobre 2021: un numero ricchissimo di modelli iconici. Iniziamo con le V7 Special 750 e Sport 750, non potevamo fare altrimenti per introdurvi lo speciale sui 100 anni dell’amatissima Moto Guzzi. Con loro, in copertina, ci sono anche la Ducati Scrambler e il mitico Caballero della Fantic Motor. Volete saperne di più? Date un’occhiata qui sotto!

Alzi la mano chi ha una conoscenza completa e approfondita della burocrazia… Siete in pochi, eh? Ma niente paura, perché a pagina 18 troverete il prontuario dedicato a tutti coloro che intendono iscrivere il proprio mezzo in un Registro Storico FMI o all’Asi, oppure ottenere un determinato certificato storico o semplicemente per stipulare una polizza assicurativa. Che siate collezionisti di lunga data o neofiti, cercheremo di dare una risposta ai vostri quesiti più ricorrenti con un piccolo ma prezioso vademecum.
E sempre in tema di federazioni, in questo numero abbiamo intervistato alcuni importanti protagonisti del mondo delle due ruote, a cominciare da Enrico Colombo, socio fondatore di Aci Storico. Dal suo garage, al cui interno sono custoditi veri e propri tesori (tra cui Moto Guzzi, Frera e Gilera, dagli anni 20 agli anni 60) Colombo ci presenta una serie di iniziative per la nuova sezione dedicata alle due ruote storiche.

Special e Sport. Guzzi, dicevamo, a pagina 26 vi illustriamo due iterazioni della leggendaria V7 750: la Special e la Sport. Simili nella tecnica, ma con due impostazioni diverse. Più turistica la Special e più reattiva, ovviamente, la Sport. Entrambe, sul finire degli anni 60, consentirono alla Casa di Mandello del Lario di puntare dritto alla vetta del segmento delle moto di grande cilindrata, confermandosi come modelli di grande qualità ed affidabilità. E, se la V7 Special 750 dette filo da torcere alle BMW, regine incontrastate del segmento cruiser in Europa, la Sport fu la prima Guzzi a superare i 200 all’ora. Nell’articolo, oltre ad analizzare analogie e differenze, vi presenteremo poi due grandi conoscitori del modello: l’ex pilota Andrea De Adamich e il preparatore Gianfranco Guareschi.

I 100 anni della Moto Guzzi. A seguire, lo speciale per il centenario della Casa di Mandello del Lario: anno dopo anno ripercorriamo la storia di uno dei marchi più amati a livello mondiale. Dal fatidico incontro tra Giovanni Ravelli e Carlo Guzzi, fino alle V7, V9 e V85TT dei giorni nostri nella speciale edizione Centenario.
In mezzo ci sono le imprese e le innovazioni, così come i momenti difficili e le operazioni di rilancio passando in rassegna tutti i modelli che hanno reso la Moto Guzzi il marchio leggendario e tanto amato di oggi. A parte, un approfondimento sul geniale Lino Tonti (di cui parliamo a pagina 105), l’artefice di alcuni dei più grandi successi della Casa.

Rivoluzione Bavarese. Nel 1983, il lancio della BMW Serie K sancì una vera e propria rivoluzione per la Casa bavarese che abbandonava lo storico motore boxer in favore di un inedito quattro cilindri a sogliola con iniezione elettronica.
Avanguardia pura, specie se si considera quanto fossero importanti certe tradizioni per la BMW. E se il cambiamento venne avviato con la K100 “base” la RS ne elevò il potenziale, confermandosi come l’ennesimo capolavoro dell’Elica bianco-blu. Tanti particolari rendono iconico questo modello: dal cupolino, con il faro alogeno e il parabrezza integrati, dotato di uno spoiler per deviare il flusso d’aria agli indicatori di direzione, integrati negli specchietti. Del resto BMW è sempre BMW…

Quel look da ribelle. Passiamo poi ad un altro piccolo grande prodigio: il mitico Fantic Motors Caballero. La sua linea piacque subito e il prezzo… pure. Equipaggiato di tutto punto, ci mise poco a conquistare i ragazzi di mezza Europa. Parliamo di lui a pagina 62.
Ribelle nel look e “tormentata” nello spirito, la Scrambler 450 ci riporta alla fine degli anni 60 sommando il meglio e il peggio dell’offerta Ducati del tempo. Sottopelle, però, telaio e motore (quando è in ordine) assicurano un grande divertimento quando il ritmo si fa più serrato. Una motocicletta dalla forte personalità, tutta da guidare e da scoprire.

Royal Enfield. Nato in Inghilterra nel lontano 1901 e delocalizzato in India nel 1955, Royal Enfield è uno dei marchi più antichi del panorama motociclistico. Per questo motivo, oggi, la Casa si definisce un marchio con “le radici inglesi e l’anima indiana”, un concetto che coniuga la storia costruttiva britannica alle innumerevoli sfumature del Paese asiatico. E, sia come sia, la Royal Enfield continua a proporre modelli dalle forme classiche ed evocative. Questo stile, o meglio questo marchio di fabbrica, dal sapore fortemente vintage, le permette di ritagliarsi una fetta di mercato nel segmento delle moto maneggevoli ed economiche. Raccontiamo la storia del brand a partire da pagina 81, scoprendo parallelamente le caratteristiche delle Royal Enfield 350 “Classic” e “Meteor”: due modelli apprezzati tanto dai “boomers” quanto dai giovanissimi.

Eccellenza italiana.
Ha segnato la storia del motociclismo anche lei, la Laverda 750 SF. Certo, con il suo baricentro alto e un peso non indifferente non era la moto giusta per i principianti. Eppure, alla fine degli anni 60, in un momento cruciale per l’industria delle due ruote, la 750 SF riuscì ad affermarsi nel segmento importante delle “settemezzo”.
Il prezzo invitante e le ottime prestazioni le consentirono di sorpassare mostri sacri come Honda, Kawasaki e Moto Guzzi: nel 1972 fu lei la più venduta tra le moto di grossa cilindrata. La Laverda 750SF si fece portavoce di quell’eccellenza, tutta italiana, manifestata con una tecnica raffinatissima. Avanzatissimo per quei tempi l’impianto frenante: “SF” è l’acronimo di Super Freni. La maxi di Casa Laverda era equipaggiata con due poderosi tamburi doppia camma (da 230 mm) con ganasce raffreddate mediante un’alettatura radiale. Il materiale di attrito era fissato con rivetti e quindi facilmente sostituibile. Un altro geniale brevetto firmato Laverda.

In esclusiva. Ah, ma siete ancora qui? Bene, allora sappiate che siamo stati al Museo MV Agusta e abbiamo intervistato il Campione Sudafricano Kork Ballington. Annoverato tra i grandi nomi del motorsport, ha calcato la scena per un decennio, dal 1972 al 1982, vincendo quattro titoli mondiali nelle classi 250 e 350. Ora però non vogliamo svelarvi di più, per non rovinarvi la sorpresa. Possiamo solo dirvi, correte in edicola e… buona lettura!

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