La motoring art deriva sempre dall’unione di due passioni: da un lato, quella per l’espressione aristica, le arti figurative, l’illustrazione (spesso anche la fotografia); dall’altro, il sacro fuoco per l’automobile, i circuiti, i personaggi che animano il mondo delle corse. Il risultato di questo mix è un’impronta creativa ben definita, diversa per ciascun artista.
Daniele Mini, classe 1954, nato a Pienne, in Francia, ma residente a Genova, ha scelto come soggetti d’elezione delle sue tavole le vetture classiche americane. Gliene abbiamo chiesto il motivo. “Perché anche grazie alle loro numerose cromature mi consentono di dare sfogo ai miei diversi – e persino contrastanti – modi di usare il pennello e il colore”.
Iscritto allo scenario dell’Iperrealismo (ma con inflessioni che rimandano agli impressionisti europei), Mini, come molti suoi colleghi, prima di mettersi ai pennelli si affida alla sua macchina fotografica, che gli fa da fedele compagnia di viaggio nella ricerca dell’ispirazione artistica in giro per il mondo.
Molte delle sue automobili – Buick, Cadillac, Chrysler, Chevrolet, Lincoln – sono state immortalate a Cuba e solo dopo portate sulla tela. “Cos’hanno in comune tutte quante? La storia, il fascino, il colore e, cosa più importante, la materia con cui amo più dipingere: la luce” ci spiega. “Quella che scivola via sulla superficie di una vernice perfetta o che indugia in mille riflessi sulla cromatura di un paraurti andando poi ad affondare nell’opacità gommosa e quasi vischiosa di uno pneumatico”.
Il risultato è un realistico gioco di riverberi, un dominio delle superfici specchiate che sorprende l’occhio (molto suggestiva anche la sua rappresentazione della ruggine nell’opera “Rainy car”, immersa in una luce temporalesca). L’artista ha esposto i suoi dipinti a olio su tela in diverse personali in giro per l’Europa. L’ultima “tappa” alla galleria Liconi Arte, a Torino.
Le altre puntate di Motoring art: Enzo Del Bianco, Design by Gaber, Stefano Marchetti, Markus Haub.
Dario Tonani