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01/06/2010 | di Redazione Ruoteclassiche
NUOVO STATUTO ASI, FIOCCANO LE POLEMICHE
Lo scorso 24 aprile, in un’assemblea straordinaria, è stato approvato il nuovo statuto dell’Asi. Ecco, in sintesi, le modifiche apportate. I club, che l’Asi riunisce in una “Federazione”, devono avere un numero minimo di 60 veicoli e 120 soci che diventano “tesserati” (art. 3) con diritto a un voto per ogni 20 iscritti (art. 8). […]
01/06/2010 | di Redazione Ruoteclassiche

Lo scorso 24 aprile, in un'assemblea straordinaria, è stato approvato il nuovo statuto dell'Asi. Ecco, in sintesi, le modifiche apportate. I club, che l'Asi riunisce in una "Federazione", devono avere un numero minimo di 60 veicoli e 120 soci che diventano "tesserati" (art. 3) con diritto a un voto per ogni 20 iscritti (art. 8). Ogni comportamento ritenuto lesivo dell'immagine dell'Asi (socio che dissente o non partecipa all'attività del club) può comportare la revoca dello stato di socio a insindacabile giudizio del Consiglio Federale (art.13).

È previsto un "giusto compenso", sia per le cariche elettive che per i terzi (art. 21), e tutte le eventuali controversie saranno giudicate da una camera arbitrale (art. 23). Prima dell'approvazione erano stati sollevati dubbi e mossi rilievi critici, pervenuti anche alla nostra redazione, che tuttavia non sono stati accolti dalla maggioranza dell'assemblea.

Fra i presidenti dei club federati, Clara Tommasini del Cuae di Terni (800 soci), con una lettera inviata a tutti i club si è detta preoccupata per alcune scelte: la creazione dell'Asi Service, società commerciale creata per finanziare l'ente morale no profit Asi di cui è socio unico, contrasta a suo avviso con i fini statutari, mortifica una tradizione nata sul volontariato e non si giustificherebbe nemmeno con le ingenti risorse disponibili provenienti dalle quote dei 150 mila associati (6 milioni di euro).

Infine lamenta la mancanza di ricambio in ossequio al principio valido in tutte le associazioni del termine massimo dei mandati. Critiche hanno generato da parte di alcuni soci anche il "giusto compenso" per le cariche elettive e i terzi senza alcun obbligo di previsione e rendiconto a bilancio e il fatto che le "revoche" degli associati possono essere deliberate dal Consiglio Federale anziché dall'Assemblea.

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