Dieci giorni fa Lucio Dalla avrebbe fatto 80 anni. E l’hanno ricordato tutti, ovviamente. Eppure, per i motoristi, è oggi che si festeggia il genio dell’artista bolognese. E non tanto perché proprio il 14 marzo del 1976 usciva il suo inno alle macchine, “Automobili” (l’album di “Nuvolari” e “Il motore del 2000” per intenderci), ma perché quella pubblicazione è la certificazione che Dalla era un vero visionario.
Ascoltandolo oggi, questo album, purtroppo sembra quasi contemporaneo. Ed è un peccato, perché il come è stato fatto prevale sul quando. Eppure sono passati quasi 50 anni (47 per la precisione): quindi, per capirne il vero valore, bisogna applicarsi un po’. E cercare di mettere a fuoco contenuto e contesto su quel retrovisore che è la storia.
La verità è che Lucio Dalla canta le gesta del Nivola o di quella gran “carrera” che è la Mille Miglia quando la freccia rossa ormai era ferma da 20 anni (e sarebbe ripartita nel 1977). Solo così si capisce che tutta quella sottocultura che avrebbe portato ai vari AutoCapital (1981), Scuderia del Portello (1982) e Club Italia (1985), stava ancora cercando di capire cosa fare da grande.
Morale: per prevedere quella che un decennio dopo sarebbe stata una tendenza, ci voleva la sensibilità di un visionario, più che di un artista. Certo che l’ascendente emiliano ha messo un tigre nel motore.
E così, incidendo queste canzoni, Dalla fa il miracolo: trasformando una polvere che sa ancora di stantio in patina della storia. Macchine vecchie in auto classiche.
Le rivoluzioni, si sa, cominciano sempre con un grido di battaglia.