Opel, da 120 anni... sotto le luci della ribalta - Ruoteclassiche
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20/02/2019 | di Alberto Amedeo Isidoro
Opel, da 120 anni… sotto le luci della ribalta
A riservare alla Opel un posto a parte nella storia dell'automobile contribuiscono i risultati di 120 anni di studi sui dispositivi di illuminazione.
20/02/2019 | di Alberto Amedeo Isidoro

A riservare alla Opel un posto a parte nella storia dell'automobile contribuiscono in buona parte i risultati di 120 anni di studi e ricerche sui dispositivi di illuminazione. Scopriamoli insieme, dalle lanterne ai LED, dai fari integrati alle luci di curva.

Dici Opel e la mente corre veloce ai modelli da rally, come la Kadett GT/E Gruppo 2 degli anni 70, la Commodore GSE e - last but not least, come direbbero gli inglesi - l’Ascona 400, che nel 1981 consentì a Tony Fassina e Rudy Dal Pozzo di vincere il titolo italiano e, l'anno seguente, a Walter Röhrl e Christian Geistdorfer di imporsi nel campionato del mondo. La fabbrica diRüsselsheim, tuttavia, non è soltanto famosa per i successi nel motorsport, ma è anche nota per essere una delle compagini industriali più attive nel processo di "democratizzazione" della tecnologia. A cominciare dagli studi per offrire, con soluzioni a basso costo e semplici da realizzare, un'illuminazione efficace sulle proprie vetture.

(LEGGI ANCHE: Opel, 120 anni di automobili... in un lampo)

I primi bagliori del progresso. Agli albori delle quattro ruote, la cosa che preme ai progettisti di automobili, più che offrire un'adeguata intensità luminosa ai conducenti, è renderle il più possibile visibili al buio. La prima, grande innovazione nel settore apportata dalla Opel, in tempi in cui per fare luce si utilizzavano ancora le candele, è quella di prevedere un alloggiamento in vetro per quest'ultime, così che non debbano più essere tenute in mano dai passeggeri durante la marcia della vettura. Un'apposita molla consente al sistema di mantenere la candela sempre in alto durante la combustione, così da garantire un'intensità luminosa costante.

Questione di integrazione. La Opel si dimostra un passo avanti anche sotto il profilo dello stile dei fari. Nel 1938, la Kapitän è una delle prime automobili ad abbandonare i gruppi ottici anteriori rotondi, che vengono sostituiti da fanali di forma esagonale integrati nei parafanghi. Il ruolo di anticipatrice di nuove tendenze si rinnova negli anni 60, quando la Kapitän A adotta dei fari rettangolari di forma più spigolosa, inaugurando così un corso stilistico che proseguirà coi modelli Admiral e Diplomat.

Uno sguardo nuovo. L'esperienza accumulata nel campo dell'illuminazione consente ai progettisti di mettere a punto soluzioni d'avanguardia anche per la nuova sportiva della casa, la GT, che nel 1968 stupisce il mondo dell'auto con la sua originalissima e aerodinamica carrozzeria a forma di bottiglia di Coca-Cola. La Opel GT è la prima automobile tedesca con fari anteriori a scomparsa, azionabili mediante una leva sulla plancia. I fari alogeni nella griglia sotto i paraurti, invece, consentono un'illuminazione supplementare che si rivela utilissima nelle manovre di parcheggio.

L'evoluzione continua. Ma i primati della Opel in tema di dispositivi di illuminazione non finiscono qui. Nel 1998 la Omega B è il primo modello con fari anteriori allo xenon a scarica di gas di serie, mentre nel 2003la Signum è la prima familiare con luci di curva dinamiche e cornering light, con un orientamento a 90 gradi per illuminare gli incroci e le curve strette.Nel 2004 le luci di curva arrivano anche sull'Astra e, appena due anni dopo, la tecnologia viene estesa anche alla piccola Corsa e alla Meriva. Che dire, infine, dei 32 segmenti LED della nuova Insignia? Beh, ora che abbiamo fatto luce su un passato così brillante, non dovrebbero sorprendervi poi più di tanto...

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