Opel K.A.D. : il miracolo economico tedesco - Ruoteclassiche
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26/05/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Opel K.A.D. : il miracolo economico tedesco
Nei primi anni '60 Opel conquistava la borghesia tedesca con tre nuovi modelli di fascia alta: la Rekord A, la Admiral e la Diplomat.
26/05/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nel 1960, Opel avviò il progetto per la gamma K.A.D. . Tre berline di alto rango, è il caso di dirlo: Kapitan, Admiral e Diplomat, che con la loro imponenza sintetizzavano la rinascita della Germania e il suo miracolo economico.

Nel febbraio del 1964 i giornalisti trovarono tre nuove vetture disposte sul circuito di prova della Opel: la nuova Kapitan A apriva la rassegna, equipaggiata con un 6 cilindri di 2.600 cc da 100 CV, seguita dalla Opel Admiral, che perpetuava il nome storico delle ammiraglie Opel. La grande novità stava però nel terzo modello della famiglia “K.A.D.” (Kapitan, Admiral, Diplomat) ovvero la Opel Diplomat, che riprendendo le linee delle altre due poteva contare su un un possente 8 cilindri a V di 4.6 litri da 190 CV e un allestimento più lussuoso. Tra il 1965 e il '68 motore V8 venne adottato anche sugli altri modelli, ma nel 1968 nell'ottica di una differenziazione della gamma K.A.D. la variante 8 cilindri restò prerogativa della Diplomat B; quest'ultima caratterizzata da fari rettangolari verticali in luogo di quelli orizzontali delle Kapitan e Admiral.

Eleganza cosmopolita. La cartella stampa le illustrava così: “Le Opel Kapitan e Admiral sono due nuove vetture di classe superiore. Entrambe rappresentano il nuovo corso stilistico Opel, ma ciascuna risponde in modo diverso alle necessità di comfort degli automobilisti più esigenti. Il frontale sportivo, i fari sfaccettati e la silhouette filante della coda sono manifesto di un'eleganza cosmopolita”. La Opel era una delle principali aziende satellite della General Motors in Europa e mai come negli anni ’60, le grandi berline Opel richiamavano le “cugine d’Oltreoceano”. In anni in cui era in gran voga tutto ciò che richiamava l'America, le grandi berline Opel rappresentavano il trait d’union tra lo stile europeo e quello americano. La Opel Diplomat, si poneva ancora più in alto: disponibile anche in versione coupè, mossa in questo caso da un poderoso V8 da 5.4 litri da 230 CV, andava a competere con le blasonate colleghe di Stoccarda. Alla luce di una dotazione molto ricca e di un propulsore dalla cilindrata e potenza elevate, la Diplomat berlina veniva proposta a 17.500 Marchi contro i 10.990 della Kapitan ed i 12.200 della Admiral…

Pretenziosa. La réclame della Opel si concedeva anche toni pretenziosi pur di rimarcare la rinnovata possanza dell’ammiraglia Diplomat: “Il tempo vi appartiene se siederete nella vostra Opel Diplomat V8, senza essere disturbati dal traffico grazie alle perfette prestazioni. Il potente motore V8 vi libererà in pochi secondi dalle code ai semafori e dai guidatori più lenti. Anche in autostrada, dove la vostra superiorità sarà subito evidente a tutti e anche a voi, il cambio automatico, il servosterzo e il servofreno limiteranno la vostra attività a pochi gesti indispensabili. Inoltre godrete della sensazione di essere padroni di tutte le corsie. Opel Diplomat: l'auto adatta ai guidatori di alto livello”.

Il sorpasso. Le "tre grandi" Opel conobbero un buon successo sin dall'inizio della commercializzane, ma se questo fece la fortuna dei concessionari, creò addirittura dei problemi in linea di montaggio: le capacità produttive di Rüsselsheim erano state sfruttate al massimo per soddisfare l'enorme richiesta delle “Rekord A” e si dovette aspettare fino alla metà del 1964 per poter avviare, in piccole quantità, la produzione dei due modelli superiori. Nel settembre del 1965, la situazione mutò rapidamente con la preferenza della clientela verso la più prestigiosa Admiral: si vendettero 15.030 Opel Kapitan e ben 31.318 Opel Admiral nonostante un divario di prezzo non trascurabile.

Più potenza. In quello stesso periodo vennero apportate alcune modifiche tecniche poiché la "vivacità" del motore da 100 CV era compromessa da una massa di 1.370 kg a vuoto che si traduceva in prestazioni appena accettabili, la velocità massima era di 155 km/h e lo 0-100 veniva coperto in 15 secondi. Dopo la chiusura estiva del 1965, le Opel Kapitan e le Admiral furono quindi aggiornate con un nuovo 6 cilindri di 2.800 cc, che con i suoi 125 CV elevava la velocità massima a 170 km/h, un risultato più interessante per poter competere nel segmento superiore. La Opel Diplomat con il suo potente V8 non aveva certo di questi problemi: a fronte di una velocità di punta superiore ai 200 km/h poteva giocarsela senza patemi d’animo con modelli ben più sportivi e costosi.

Nuova luce. Le berline KAD furono modelli di grande importanza per la Opel, in quanto riuscirono ad attirare una clientela più facoltosa ed esigente non solo in termini di comfort e finiture, ma anche a livello di prestazioni, contribuendo a rinnovare così l’immagine della casa di Rüsselsheim, una scuola di pensiero che venne poi estremizzata e magnificata dalla Opel Lotus Omega, ma quella è un’altra (bella) storia…

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