Opel Manta, un raduno sul Baltico per i 50 anni della pony car tedesca - Ruoteclassiche
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29/09/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Opel Manta, un raduno sul Baltico per i 50 anni della pony car tedesca
A 50 anni dal debutto della pony car tedesca, le Opel Manta tornano a Timmendorfer Strand per un raduno celebrativo.
29/09/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Dopo 50 anni le Manta tornano a Timmendorfer Strand. Un gruppo di 40 vetture per una vera e propria rievocazione storica, insieme per festeggiare i 50 anni della Opel Manta. Una celebrazione che si è svolta negli stessi scenari della presentazione ufficiale del modello mezzo secolo fa.

Era il settembre del 1970 e 400 i giornalisti si avvicendavano al volante dell’ultima nata in casa Opel. Due i percorsi, il "Maritime" e lo "Switzerland" che durante l’evento riecheggiavano del rombo dei motori. Sullo sfondo il pittoresco Holstein Switzerland a cornice della presentazione. La Opel Manta era un modello completamente inedito e dalle linee molto accattivanti. Il comunicato stampa dell’epoca recitava "Anziché rendere obsoleto un modello esistente, l'auto che presentiamo oggi si aggiunge alla nostra gamma soddisfando una nuova domanda del mercato" Flashback. L'organizzatore dell’evento è Manfred Henning, proprietario di diversi modelli di Opel Manta A. Henning ha ospitato la festa sulla spiaggia, nella baia di Lubecca. Alle 38 le Manta dei privati si sono aggiunti due esemplari originali di Opel Classic. Insieme hanno viaggiato lungo il percorso di prova e tra i luoghi della presentazione del 1970. Ospite d’onore George Gallion, padre spirituale della Opel Manta A. Il designer portava con sé anche una sorpresa speciale: 50 stampe in edizione limitata con un suo figurino della Manta, donate a ciascuno dei partecipanti.

In missione. Come vi abbiamo raccontato nelle scorse settimane, la Opel Manta aveva trovato la sua identità dopo che Gallion notò una grande razza fluttuare nell’Oceano, durante una vera e propria missione con l’esploratore marino Jacques Cousteau. Nasce così l'iconico emblema che accompagna la scritta Manta sui parafanghi anteriori. "A quel tempo, i nomi degli animali erano di gran moda perché evocavano velocità, eleganza, leggerezza. Ciò contribuì al grande successo di modelli come la Ford Mustang e la Corvette Stingray. Volevamo seguire la stessa filosofia per la nostra ‘pony car’. Ci rimanevano dieci giorni per disegnare un logo, ma non riuscivamo a trovare nulla che fosse adatto". E qui iniziava la sua missione a Parigi, per immergersi nella profondità oceaniche durante la grande mostra sulle esplorazioni marine di Cousteau.

Raritat. Tra le auto partecipanti non sono mancate le rarità, a partire dalla vettura del “padrone di casa”, Manfred Henning, proprietario (tra le altre) di una Opel Manta Broadspeed D.O.T. Turbo. Henning racconta: "Era disponibile solo per il mercato britannico e ne furono costruite solo 28. Ne sono rimaste solo sei e alcune di queste sono in condizioni pessime. La mia è stata in uso dal 1975 al 1978 e ha partecipato anche ad alcune gare di rally, poi l'auto è rimasta ferma in un garage per decenni. Ho finito di restaurarla nel 2015 e ora sembra come nuova."

Una vita insieme. Certi amori durano tutta la vita, Jürgen Schwartz è un fan della Opel Manta fin dal suo esordio: "La mia auto ha una verniciatura particolare, con una Manta stilizzata sul cofano, che di norma è verniciato sin nero. Ho comprato la mia prima Opel Manta nel 1973, era color giallo limone. Ho verniciato questa esattamente nello stesso modo nel 1980, la guido da 40 anni."

Più colore. Non sono il solo a rimpiangere le tinte vivaci e particolari. Torsten Hack la pensa come me e della sua Opel Manta Greenkeeper spiega: "Ho restaurato la mia Opel Manta A GT/E alcuni anni fa ed è molto fedele all'originale. In verde è semplicemente bellissima, purtroppo nessun produttore propone più queste palette di colori ."

Gradisce lo sport. Il pilota Roland Barleben non poteva che orientarsi su una versione sportiva: "La mia è una Manta Steinmetz. Questo esemplare ha i tipici passaruota allargati degli anni Settanta e altri elementi tipici delle preparazioni sportive d’antan. L’auto è stata accuratamente restaurata e testimonia quanto la Manta fosse popolare (anche) nel motorsport."

Tempismo perfetto. Con una linea accattivante, la Opel Manta catturò subito l'attenzione di chi desiderava una vettura sportiveggiante. La Manta segnava uno stacco netto con lo stile austero e compassato degli altri modelli Opel. Arrivava sul mercato con il prezzo giusto nel momento giusto: una coupé per quattro con ampio baule, strizzava l’occhio anche alle famiglie più giovani. Che infatti non tardarono ad apprezzare la pony car di Russelsheim. Nel primo anno di commercializzazione, Opel vendette 56.200 Manta e in totale ne vennero realizzate 498.553 unità, risultato strabiliante per una coupé. La piattaforma, le sospensioni e i motori erano condivisi con la sorella Ascona. Nuovo il 1,6 litri da 68 CV e da 80 CV per la Manta S. La più grande Opel Rekord prestò il 1,9 litri nella configurazione da 90 CV.

Le speciali. Nel 1972 la gamma Manta si allargò verso il basso con la versione da 1,2 litri da 60 CV. Nello stesso anno debuttava anche la Opel Manta “Berlinetta”. Era la prima delle versioni lussuose e infatti prevedeva un sostanzioso equipaggiamento di serie: volante sportivo, lunotto posteriore riscaldato, fari alogeni, alzavetro elettrici e tetto in vinile. Nei cinque anni di produzione si aggiunsero numerose edizioni speciali: "Holiday", "Plus", "Swinger" e "Summer Bazar". Tutte abbinavano equipaggiamenti dei segmenti più alti, ma a prezzi accessibili. Al vertice, la Opel Manta GT/E. Presentata nel 1974, la top di gamma era alimentata da un motore da 1,9 litri con iniezione Bosch L Jetronic da 105 CV. A livello estetico si distingueva facilmente per le finiture opache in luogo delle cromature. Nell'aprile del 1975 venne presentata l’ultimo dei modelli speciali della prima serie (Manta A). La "Black Magic" era basata sulla GT/E e prevedeva una verniciatura in nero con strisce arancioni sui fianchi. Non il massimo in termini di sobrietà, ma le va riconosciuto un certo fascino.

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