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25/05/2018 | di Redazione Ruoteclassiche
[Personaggi] Cabianca, la corsa continua…
In occasione dell'Espiritu de Montjuic, tra i cordoli del circuito catalano di Montmelò, abbiamo fatto quattro chiacchiere con l'equipaggio di una fiammante Porsche 934 in livrea Jagermeister. Com'è, come non è... scopriamo che a condividere l'abitacolo della gruppo 4 made in Zuffenhausen sono i gentleman driver Maurizio Fratti e Andrea Cabianca.
25/05/2018 | di Redazione Ruoteclassiche

In occasione dell'Espiritu de Montjuic, tra i cordoli del circuito catalano di Montmelò, abbiamo fatto quattro chiacchiere con l'equipaggio di una fiammante Porsche 934 in livrea Jagermeister. "Com'è, come non è", scopriamo che a condividere l'abitacolo della Gruppo 4 made in Zuffenhausen sono i gentleman driver Maurizio Fratti e Andrea Cabianca.

Se il cognome di quest'ultimo vi suona familiare, vuol dire che di corse anni 40 e 50 ve ne intendete. E anche abbastanza. Andrea è infatti nipote di Giulio Cabianca, pilota di successo nelle categorie minori mai comparso sotto le luci della ribalta. Veronese classe 1923, Cabianca si distinse negli anni 50 al volante di vetture sport di media cilindrata; era abile soprattutto nelle gare in salita e su strada, dove ottenne i suoi maggiori successi con la Osca. Presto divenne il "re" della classe 1500.

Tra gli exploit più ricordati del pilota scaligero figura sicuramente il Giro delle Dolomiti del 1956, quando salì sul gradino più alto del podio proprio su una Osca 1500. Dal 1951 partecipò a diverse edizioni della Targa Florio e della Mille Miglia, risultando spesso vincitore di classe e ottenendo sempre onorevoli piazzamenti assoluti. Fu Campione Italiano nella classe 1100 categoria Sport nel 1951 e nel 1952 mentre nel 1957, alla guida di una Borgward, terminò il Campionato Europeo della Montagna al quarto posto. L'anno seguente fu nuovamente Campione Italiano, questa volta nella classe 1500 Sport.

Gli atti finali della sua intensa carriera sono quelli della consacrazione come corridore anche in pista. Gli ultimi tre anni di corse lo vedono "sgomitare" per un posto tra i grandi nel circus della Formula 1: la sua più grande soddisfazione fu il quarto posto al Gran premio d'Italia del 1960 con la Cooper Ferrari.

A porre fine ai suoi giorni, il 15 giugno del 1961, un incidente durante le prove di una Cooper con motore Ferrari per la Formula Intercontinentale, sull'aeroautodromo di Modena. Cabianca uscì di pista sul rettilineo opposto alle tribune e – complice un cancello lasciato aperto – piombò sulla via Emilia colpendo quattro auto e altri tre motociclisti prima dell'impatto fatale.

In onore del pilota veronese più rappresentativo di tutti i tempi, Cesare e Andrea (rispettivamente figlio e nipote di Giulio) hanno messo in piedi, assieme all'amico Maurizio Fratti, la "Scuderia Giulio Cabianca". L'attività spazia dall'erogazione di corsi di guida sicura alla partecipazione, con le proprie auto storiche, ai principali eventi motoristici nazionali e internazionali.

Alberto Amedeo Isidoro

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