La scelta del metallo per riprodurre la lamiera di questo Piaggio Ape del 1979 è azzeccata e l’inconfondibile blu proietta in noi il ricordo dei tanti esemplari incrociati sulle strade di città o campagna. Sembra quasi di sentirne ancora il rumore.
I dettagli fanno la differenza. Il “plasticoso” parafango anteriore, con il faro rotondo centrale, è realizzato benissimo, sovrastato dal vistoso logo Piaggio. Gli specchietti laterali riprendono il tono delle plastiche che ritroviamo anche nei parafanghi posteriori (con l’aggiunta dei paraspruzzi), mentre tra i particolari riprodotti meritano il massimo dei voti il tappo del carburante e il tubo del serbatoio, posizionati sul lato sinistro.
Tre ruote ben fatte. Le lamiere del cassone e il retro della cabina offrono la classica “sagomatura” che presentava il motocarro. Mi soffermo sulle “scarpe”: il cerchio, con soli tre bulloni, e le piccole gomme che equipaggiano questa versione sono eccellenti, ancor di più la ruota anteriore, con tutti i dettagli sul lato sinistro; ben riprodotti, inoltre, i minuscoli gruppi ottici posteriori.
All’interno. Una volta aperti gli sportelli, troviamo il famosissimo manubrio, simile a quello della Vespa. Il “posto guida” è ben realizzato, con una panchetta imbottita, larga per una persona e stretta per due; frontalmente, nella parte interna al parabrezza, c’è pure il comando per il tergicristallo.
Targata. Questo modello è targato FO, perché in quegli anni la provincia di Forlì comprendeva una delle aree più vaste in Italia, che andava dal mare fino al confine con le Marche e gli Appennini. E in quella zona, mezzi come l’Ape erano perfetti a ogni scopo, dalle esigenze del mondo contadino a quelle dei bagnini. Ancora oggi se ne incrocia qualcuno sulle strade secondarie, sinonimo di indistruttibilità e forse anche di mancanza di alternative in questa categoria. Potrete trovare il modello a partire da fine luglio direttamente sul sito del produttore (carmodel.com) e nei migliori negozi, al prezzo di 69,95 euro.