Silvio Cibien, che vive a Yvorne, nella Svizzera romanda, sarebbe un collezionista come tanti, con il suo bel garage pieno di classiche e tutti i weekend passati a lustrare cromature e revisionare carburatori. Non fosse che ha un amore viscerale per la Moretti.
Amore sbocciato 12 anni fa. Una passione nata in tempi relativamente recenti (una dozzina d’anni fa) e in modo del tutto casuale (leggendo un annuncio su un giornale), quindi coltivata non solo accumulando modelli su modelli della carrozzeria torinese attiva sino al 1989 - anche quello lo fanno in molti - ma andando a cercare, con una caparbia che rasenta l’ossessione, le persone che alla Moretti avevano lavorato. Arrivando, e qui arriva il bello, a incontrare Dany Brawand, lo stilista trapiantato a Torino che disegnò tutte le Moretti dagli Anni 60 in avanti e che - siccome la sorte non fa nulla per caso - era nato a Vevey, nel Canton Vaud, a 25 km da dove Cibien vive.
Nel paese della Ghia. D’altronde ci dev’essere qualcosa nell’aria, in questo angolo di Svizzera appoggiato sulla costa occidentale del Lago Lemano: ad Aigle, di nuovo a un tiro di schioppo dal villaggio di Silvio, la Ghia ha avuto un suo studio distaccato di design, attivo tra il 1953 e il 1988. La pur breve amicizia tra Cibien e Brawand è stata tale che, alla sua scomparsa (avvenuta nel 2012) l’ex direttore dello stile gli ha lasciato centinaia di disegni, bozzetti e progetti: in pratica, tutto il suo archivio di lavoro.
In mezzo alle altre. Per tenere viva la memoria dell’amico designer, ma più in generale della Moretti, costruttore a tutti gli effetti prima di "ridursi" a semplice carrozziere, Cibien organizza da dieci anni, sulle rive del lago, il Moretti Day. Non ha mai fondato un vero e proprio club, ma è come che lo avesse fatto, visto che ogni anno, l’ultimo sabato di agosto, chiama a raccolta i collezionisti Moretti sparsi in tutta Europa, insieme alla moglie e al figlio di Brawand. Quest’anno la manifestazione è stata ospitata all’interno di un più "ecumenico" raduno, il Leman Retro, a Blonay. Una piccola Goodwood svizzera che ha messo insieme modelli anche molto poco diffusi in Italia, quali una Daf 66 Marathon, una Borgward Isabella Coupé, una three-wheeler Velorex 16/350, una Peugeot 402 e una BMW 502.
Rarità in mostra. La sezione Moretti ha visto schierate un'introvabile Cita del 1948 (mossa da un bicilindrico di 350 cm³ raffreddato ad acqua), una 750 Alger Le Cap 1957 e una Tour du Monde 1958, a rappresentare le Moretti pre-Fiat, quelle cioè interamente progettate e prodotte dalla Casa, con tanto di motore specifico. Poi una 124 S Coupé 1969 dai parafanghi chiaramenti ispirati a quelli della Dino Spider, una 128 Lusso 1973 (tipico esempio di personalizzazione "leggera" con interventi limitati a fregi, calandra e accessori) e, rarissima, una Sporting 1980: una originale fuoristrada che occhieggia un po’ alla Range Rover e un po’ alla Matra Ranch su base meccanica Campagnola 2000 a benzina il cui interno è un curioso patchwork tra la plancia di una 131 Mirafiori prima serie e la strumentazione della Campagnola standard.