La storia d’amore tra la Renault e i motori turbo è nota, grazie alla travagliata - ma infine coronata da vittorie - avventura in Formula 1, che dimostra la validità di tale soluzione in ambito estremo, sportivo. Certo, poi trasferirla alle auto di produzione si rivela tutta un’altra cosa: ma poi, sempre con la collaborazione della fidata Alpine, nel settembre 1981 fa il suo esordio la Renault 5 Alpine Turbo.
Tocca i 185 km/h. Per rendere ancora più piccante la ricetta aspirata, già premiata dal mercato con oltre 56.000 esemplari prodotti, la Renault infatti sceglie la strada più logica, sia per solleticare la clientela sportiva che ha assistito alle prime vittorie delle gialle monoposto transalpine sovralimentate nella massima formula, sia per aumentare facilmente la potenza e andare a infastidire la concorrenza, che nel frattempo sta fiutando l’interesse per tale soluzione. Il risultato dell’adozione di un turbocompressore Garrett T3 raffreddato ad acqua (ma senza intercooler) è che il noto quattro cilindri da 1.397 cm³ arriva a erogare 110 CV, anche se a 6.000 giri, invece che a 6.400. Sufficienti, comunque, per toccare i 185 km/h e per scattare da 0 a 100 in appena 9,1 secondi (la massa a vuoto della vettura è di appena 870 kg).
Si riconosce per gli adesivi. Per contenere tutta questa esuberanza anche i freni posteriori adesso sono a disco, mentre esteriormente, dal 1983, la scritta “Turbo” (immancabile per qualsiasi sportiva sovralimentata degli anni 80) va a sostituire quella Alpine. Ci sono però anche i cerchi di lega di nuovo disegno, sempre da 13” (abbinati a pneumatici 175/60), ispirati a quelli montati sulla R5 Turbo e, purtroppo, un anonimo specchietto retrovisore rettangolare prende il posto di quello aerodinamico dell’Alpine aspirata.
Cruscotto tutto nuovo. All’interno, i rivestimenti ora sono più sobri: i sedili hanno forma diversa, più squadrata e con i fianchi più pronunciati e anche il cruscotto è nuovo. Diversa la forma del quadro strumenti così comela grafica e al centro della plancia ora c’è una voluminosa console di plastica in cui, oltre ai comandi del riscaldamento, trovano posto il voltmetro e l’indicatore della pressione dell’olio.
C’è anche la rara versione “Coppa”. Nella lista degli optional fanno capolino servosterzo e alzacristalli elettrici, mentre nel 1984 la vettura viene ribattezzata Lauréate Turbo: per l’occasione, i paraurti vengono verniciati in tinta con la carrozzeria, eliminati i vetri oscurati e il look generale si imborghesisce. Niente a che vedere con i 706 esemplari in versione “Coppa”, ovvero quelli destinati a essere utilizzati nel Trofeo monomarca - inaugurato con le R5 in allestimento LS con un apposito kit di elaborazione e proseguito con le Alpine aspirate -, dotati di sospensioni più rigide e freni maggiorati e, se allestite per le gare, dotati di kit antincendio e rollbar a gabbia. Anche un giovane Jean Alesi iniziò la sua carriera agonistica laureandosi campione di Francia nel 1984 con la 5 Alpine Turbo e le quotazioni, già altine, in quanto il modello è stato prodotto in meno della metà di esemplari (23.425) rispetto alla sorella aspirata, sono piuttosto elevate e superano i 20.000 euro.