Piccole bombe giapponesi: Toyota Starlet GT Turbo - Ruoteclassiche
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23/03/2024 | di Andrea Paoletti
Piccole bombe giapponesi: Toyota Starlet GT Turbo
Misconosciuta alle nostre latitudini, ma oggetto di culto in Giappone e in tutto il Commonwealth, fa della leggerezza e della grande facilità di elaborazione del suo 1.3 turbo le armi migliori
23/03/2024 | di Andrea Paoletti

Per fare una compatta veloce, tra la fine degli anni 80 e i primi 90, la soluzione più semplice e, a conti fatti, anche economica, era aggiungere una chiocciola soffiante. Lo aveva fatto la Nissan con la March Super Turbo e non poteva mancare Toyota con la Starlet, l’utilitaria che ha attraversato tre decenni, prima di essere sostituita dalla Yaris. La terza generazione, commercializzata tra il 1984 ed il 1989, è stata la prima “piccola” giapponese ad avere una versione ad alte prestazioni, denominata inizialmente Turbo R o S a seconda degli allestimenti.

Potenza, leggerezza, agilità. La Starlet GT Turbo, invece, nasce nel 1990 come versione sportiva della quarta generazione e adotta un quattro cilindri da 1.331 cc, realizzato appositamente e in esclusiva per questo modello: il 4E- FTE con turbocompressore CT9 produceva 135 CV a 6.400 giri che, abbinati ad un peso di soli 890 chilogrammi, proiettavano la piccola Toyota da 0 a 100 km/h in circa 8 secondi, per raggiungere una velocità massima di 210 km/h, semplicemente sbalorditiva per la tipologia di vettura. Potenza, leggerezza, agilità, un mix che, combinata alla provata affidabilità dei motori Toyota, fecero ben presto scatenare i preparatori nipponici, esaltati dalle sue enormi potenzialità, anche sportive.

Look estetico. All’esterno gli elementi più distintivi sono (ancora una volta) i paraurti anteriore e posteriore, gonfiati e modellati secondo uno schema adottato praticamente da tutti i Costruttori alle prese con la caratterizzazione estetica di altrimenti paciose utilitarie. Non potevano mancare i fendinebbia e la presa d’aria sul cofano, oltre a un decisamente vistoso spoiler posteriore, che, unitamente ai cerchi da 14 pollici (poi cresciuti a 15”) specifici, completava il look, all’insegna dell’aggressività, ma meno sfacciata rispetto alla generazione precedente, che urlava Turbo dalle fiancate come molte auto di quella generazione.

Primizia tecnica. La Starlet GT Turbo offriva addirittura una primizia come le sospensioni elettroniche TEMS (Toyota Electronic Modulated Suspension): consentiva al conducente di scegliere tra la modalità "normale" (soft) e "sport" (media) con il computer che, in base alle condizioni della strada era in grado di irrigidire gli ammortizzatori in frenata, ad alte velocità autostradali o durante le accelerazioni brusche per mantenere l’assetto della vettura perfettamente piatto.

Interni sobri. Una tecnologia a cui purtroppo in Europa non abbiamo mai avuto accesso, in quanto l’unica versione importata - escluso il Regno Unito - era la 1.3 Xli. All’interno la Starlet Glanza era abbastanza sobria, a meno che non si fossero scelti i sedili Recaro opzionali, decisamente più sportivi. Dopo soli due anni la GT Turbo fu sottoposta ad un restyling, visibile soprattutto nei gruppi ottici anteriori, ora dotati di palpebra che simulano quattro fari, mentre con la quinta e ultima generazione, denominata Glanza V, si chiude l’epopea della compatte turbo per far strada al “piccolo genio”.

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