Quella che sul mercato italiano viene commercializzata come Rover 114 16V 3p. GTi altro non è che una Austin Metro, poi diventata Rover Metro, ed è l’ultima declinazione della piccola sportiva inglese. Sotto un vestito non modernissimo batte infatti un cuore nuovo e la ricetta finale, complice l’esoticità, la rende una delle piccole bombe anni 90 che vale la pena ricordare.
Sconta il marchio non sportivo. La piccola Rover non manca di personalità e si lancia nella mischia della nutrita pattuglia di rivali con le quali, dal 1990, inizia a confrontarsi sui mercati. In Italia non è certo tra le più popolari, a causa di un marchio percepito come compassato; inoltre, la 114 GTi balla per pochi anni, perché, complice il progetto datato, la concorrenza avrà vita facile a sopravanzarla, nonostante le prestazioni convincenti dell’inglesina.
La serie K arriva a 103 CV. Il fatto è che, esternamente, la Rover 114 GTi non è cambiata molto rispetto alla Austin Metro degli anni 80 e quel poco di restyling, teso a ringiovanirne la carrozzeria, suona più come un “make-up”, rispetto a modelli di nuova generazione come la Fiat Punto e la Renault Clio. Il meglio, infatti, la Rover lo riserva al motore, della nuovissima “Serie K”: un 1.4 bialbero a 16 valvole da 95 CV con un singolo iniettore che, in seguito, grazie all’iniezione multipoint, raggiungerà i 103 CV, abbinato a un cambio manuale a cinque rapporti ravvicinati.
Punta sulla leggerezza. La piccola Rover GTi ovviamente fa della leggerezza una delle sue armi principali e, con soli 840 kg basta la matematica per capire che c’è da divertirsi: lo 0-100 si copre in 9,8 secondi (che scendono a 9,3 nella versione più potente), mentre la velocità massima è di 183 km/h che, come per tante sue contemporanee, sembrano decisamente di più. L’equipaggiamento comprende freni a disco anteriori autoventilanti e cerchi di lega da 13” simili a quelli della Metro Turbo, con pneumatici ribassati 185/55. Una discreta striscia rossa che corre intorno alla macchina, viene ripresa all’interno con le cinture di sicurezza in tinta, mentre i sedili discretamente sportivi presentano rivestimenti grigi poco accattivanti.
Nervosa e difficile: parola di Ivan Capelli. Il cruscotto include contagiri e un ottimistico fondoscala del tachimetro a 240 km/h, mentre il volante, anche se a tre razze, non era propriamente racing. Alla guida però la 114 GTi sa dire la sua: provata da Ivan Capelli nell'ottobre del 1991 su Quattroruote, viene apprezzata per la tenuta di strada e la velocità, ma era anche considerata molto sensibile ai cambi di traiettoria, con uno sterzo poco preciso, anche in rettilineo. Insomma, un’auto molto impegnativa. Detto da un pilota di F.1 poteva suonare come un deterrente efficace per coloro che pensavano di tirarle il collo impunemente.
Caccia al tesoro. Oggi le Rover 114 GTi sono quasi introvabilicon, nel caso, richieste attorno ai 5.000 euro. Pochi, molti? Difficile a dirsi, ma se si sta cercando un’utilitaria anni 90, vivace e meno nota, l’inglesina è perfetta.