Piccole bombe italiane: Fiat Punto HGT, no turbo meno party - Ruoteclassiche
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09/08/2024 | di Andrea Paoletti
Piccole bombe italiane: Fiat Punto HGT, no turbo meno party
La seconda generazione dell’utilitaria torinese passa al motore aspirato, che sviluppa sì analoga cavalleria, ma senza offrire le stesse emozioni
09/08/2024 | di Andrea Paoletti

La Fiat Punto che arriva sul mercato nel 1999 è ben più di un semplice restyling, anche se abbastanza evidente (le forme sono più spigolose rispetto alla progenitrice), in quanto vengono apportati significativi miglioramenti al pianale e, per quanto riguarda la versione top, si sceglie di puntare su un motore aspirato. Nasce così la Punto HGT.

Si passa all’aspirato. Ormai accerchiata da una concorrenza agguerritissima, proveniente in maggioranza dalla Francia, la Fiat Punto abbandona il quattro cilindri turbo, che tante soddisfazioni aveva dato equipaggiando dalla Uno Turbo alla Punto GT, per passare al 1.747 cm³ sedici valvole da 131 CV, montato anche su Fiat Coupé e Barchetta, gli altri modelli sportivi della gamma torinese. Rispetto alla generazione precedente il peso è leggermente aumentato, anche perché, oltre agli aggiornamenti sul piano della sicurezza, la dotazione di bordo è più ricca: la conseguenza principale è che la HGT perde quella “verve” che invece aveva entusiasmato i proprietari della Punto GT.

Meno coinvolgente alla guida. I numeri fondamentali restano di tutto rispetto, con lo 0-100 in 8,6 secondi e la velocità di punta pari a 205 km/h. Ciò che cambia - e che denota il carattere completamente diverso della HGT - è come ci si arriva al limite, ovvero senza strappi e sbuffi della valvola pop-off, ma con un motore dal tiro omogeneo e progressivo, grazie anche al variatore di fase, ma non particolarmente cattivo, che però non si fa particolari problemi a toccare i 7.000 giri. All’epoca, la prova di Quattroruote evidenziò un carattere “più prevedibile, ma meglio assecondabile” a seguito del test su strada della Punto HGT, giudicata non particolarmente impegnativa nella guida e più facile da condurre per i meno esperti. Una scelta conservativa, che non incontrò il favore di una certa parte del pubblico, abituato all’esplosività della GT, foriera di ben altre emozioni.

L’Abarth ha solo un kit estetico. La HGT si distingueva essenzialmente per i cerchi di lega da 15” con disegno specifico e pochi dettagli estetici, sotto forma di fenditure diagonali sul paraurti anteriore per raffreddare i freni (a disco, con Abs di serie), oltre a una presa d’aria di forma diversa. All’interno, oltre al volante sportivo a tre razze con airbag, la plancia presentava delle modanature di alluminio che si estendevano anche alla zona del cambio, mentre i sedili dai fianchi più pronunciati completavano il pacchetto, insieme a navigatore satellitare, aria condizionata e controllo elettronico della trazione. Nel 2000 viene introdotta la Fiat Punto HGT Abarth che, a fronte di un prezzo decisamente più alto (ben sei milioni in più della versione “normale”) non offre alcuna miglioria meccanica, ma esclusivamente modifiche estetiche: paraurti più profilati, spoiler posteriore, minigonne, cerchi di lega dedicati e nuove finiture sportive per gli interni.

Facelift. Nel 2003 la Punto subisce un ulteriore facelift che appesantisce decisamente il frontale e, nel caso della HGT, non aggiunge aggiornamenti meccanici. Chiude così la sua carriera la Punto sportiva aspirata, meno amata e considerata rispetto alla GT Turbo, con valutazioni medie un po’ più basse: novemila euro contro i 10.500 euro della sorella sovralimentata. Anche se la rarità della HGT potrebbe portare in futuro a un incremento delle quotazioni.

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