Esauriti gli anni 90, dove la Ford Fiesta di quarta generazione più performante, la 1.6 Zetec-S, con soli 103 CV era passata rapidamente nel dimenticatoio, era tempo per la Casa tedesca di tornare ai fasti delle XR2i e Turbo, se non altro per non scontentare di nuovo la clientela sportiva. Ecco allora che, al Salone di Ginevra del 2004 venne presentata la 2.0 16V ST150.
Tocca i 208 km/h. Il nome rivela subito l’informazione più importante, ovvero la cavalleria: il quattro cilindri Duratec di 2.0 litri eroga infatti 150 CV, un bel passo avanti e garanzia di prestazioni sicuramente interessanti. La ST150, infatti, tocca i 208 km/h e accelera da 0 a 100 in 8,4 secondi, numeri che non la facevano svettare, ma che, considerato il prezzo di listino mediamente inferiore a quello di molte rivali, la rendevano un'opzione in grado di mettere d’accordo passione e portafoglio. Il cambio era un manuale a cinque marce.
Poco appariscente. Questa scelta di offrire un’auto accessibile e, nonostante la cilindrata, insospettabilmente parca nei consumi, diventava però un tallone d’Achille alla voce emozioni, dove la ST150 non faceva faville. Non aiutava un’estetica che si allontanava troppo poco da quella tranquillizzante delle versioni normali: paraurti quasi non pervenuti, tanto che gli elementi più visibili erano lo spoiler posteriore e i cerchi multirazza di lega da 16”, abbinati a pneumatici Pirelli P-Zero Nero 195/45. In opzione, cerchi da 17”, misura importante per l’epoca, in quel caso abbinati a gomme di misura 205/40.
Vita breve. All’epoca il telaio ricevette elogi al pari dello sterzo e del cambio, mentre i quattro freni a disco, corredati di Abs, furono giudicati non particolarmente dotati di mordente, finendo per limitare le doti dinamiche della Fiesta ST150, che già viveva nell’ombra della sorella Focus ST, molto più costosa, ma decisamente più emozionante, grazie al più potente cinque cilindri 2.5. Ciò spiega anche la vita relativamente breve della Fiesta ST150, che nel 2008 era già sparita dai listini.
Adesivi in stile GT40. Non proprio caldissima l’atmosfera all’interno, dove il volante a tre razze, complice l’enorme airbag, non poteva di certo considerarsi corsaiolo, mentre erano apprezzabili la pedaliera sportiva e il cruscotto con dettagli di alluminio. I sedili erano rivestiti di tessuto misto-pelle, ma per avere quelli più profilati (interamente di pelle, oltre ad avere il logo ST cucito sullo schienale), era necessario attingere alla lista degli optional, dove c’erano anche navigatore satellitare e sensori di parcheggio. Sempre a richiesta erano le strisce adesive per cofano e tetto, opzione abbastanza popolare in quegli anni.
Oggetto raro. Oggi non ne circolano più tante, ma i prezzi si sono mantenuti contenuti, rispettando la filosofia originaria della ST150. Occorrono dai 5.700 agli 8.500 euro, a seconda delle condizioni, per portarsi in garage un’auto affidabile, robusta, veloce e mediamente divertente. Doti forse non sufficienti per farla preferire ad altre piccole sportive del tempo.