Piccole bombe tedesche: Volkswagen Golf GTI III serie, troppo imborghesita - Ruoteclassiche
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05/09/2024 | di Andrea Paoletti
Piccole bombe tedesche: Volkswagen Golf GTI III serie, troppo imborghesita
Non è particolarmente amata dagli appassionati in quanto, in parte, perde alcune delle specificità delle precedenti versioni e non riesce a emozionare come le sue progenitrici
05/09/2024 | di Andrea Paoletti

Per dare un’idea del successo globale della Volkswagen Golf, quando, nel 1991, viene presentata la terza generazione, il totale degli esemplari venduti ha già raggiunto l’incredibile cifra di 12,7 milioni di unità. Incluse un buon numero di GTI, versione assurta ad auto-icona attraverso le prime due edizioni. La musica però cambia con la terza serie della Golf GTI: vuoi per una concorrenza che ha affinato le contromosse proponendo medie sportive con prestazioni e handling analoghi se non superiori, vuoi per un look che, secondo molti, non rende giustizia a una sigla mitica.

Look poco GTI. Le dimensioni sono rimaste quasi le stesse, ma il peso è cresciuto di un centinaio di chili, a causa delle norme sui crash test che hanno comportato rafforzamenti del telaio, ma anche per via del più ricco equipaggiamento per il comfort. Il cliente di una GTI però ha ben altre esigenze e scoprire che il rapporto peso-potenza è peggiorato non lo mette per niente di buonumore. Umore già guastato nel notare che gli iconici fari tondi sono stati sostituiti da elementi poliellissoidali (quasi rettangolari), che la calandra con la bordatura rossa è stata eliminata e che la loro beniamina si è “imborghesita”, perdendo quella sobria, ma palpabile cattiveria delle sorelle precedenti.

Più rotonda. Se le forme decisamente più aerodinamiche e arrotondate assecondano lo stile dominante negli anni 90 e la qualità degli interni è palpabile, permane la consueta “mano leggera” da parte della Volkswagen per quanto riguarda la caratterizzazione sportiva dell’abitacolo. Prendiamo la strumentazione: a parte il termometro dell’acqua, infatti, nulla fa sembrare di trovarsi a bordo di una sportiva e anche il volante, già “normalizzato” sulla seconda serie, continua sulla stessa strada. I cerchi di lega da 15” con pneumatici 195/50 (e 205/50) sono invece piacevoli e ben abbinati al corpo vettura.

Due litri “16”. Ma veniamo al motore: la “GTI III” debutta con un quattro cilindri di 1.984 cm³ 8 valvole, dotato di iniezione Bosch Digifant ML5.9, che comanda accensione e iniezione, capace di erogare solo 115 CV. Tempo un anno, di fronte all’evidenza delle prestazioni non esaltanti (196 km/h e 10,1 secondi nello 0-100), la Volkswagen corre ai ripari e introduce la versione a 16 valvole del medesimo propulsore che, con 150 CV a 6.000 giri, rimette la GTI al centro del villaggio. Se paragonata alla generazione precedente (dotata dell’1.8 16V) il cronometro in realtà si ferma su 8,3 secondi per passare da 0 a 100 km/h - due decimi in meno - e la punta massima di velocità tocca i 215 km/h, questa volta decisamente superiore.

Pregiata 20° anniversario. Nel 1996, per festeggiare i 20 anni di GTI, viene lanciata la serie speciale 20 Years Edition: ne vengono prodotti solo mille esemplari con allestimento dedicato: sedili Recaro con rivestimento a scacchi, cinture di sicurezza rosse e il caratteristico pomello a forma di pallina da golf. Un “contentino” per gli appassionati e una versione più quotata a livello collezionistico, mentre per una “8V” e “16V” possono bastare 7.500 euro per un esemplare in perfette condizioni.

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