Piccole bombe tedesche: Volkswagen Polo GTI, non c’è solo la Golf - Ruoteclassiche
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07/09/2024 | di Andrea Paoletti
Piccole bombe tedesche: Volkswagen Polo GTI, non c’è solo la Golf
Abbandonato il volumetrico, per la terza generazione della sua popolare utilitaria la Casa tedesca passa a un 1.6 aspirato a 16 valvole e le affida una sigla molto impegnativa
07/09/2024 | di Andrea Paoletti

Quando, dopo ben quattro anni dal lancio della terza generazione della Polo, i vertici della Volkswagen si decidono a introdurre una versione sportiva, dimostrano un certo coraggio. Scomodare una leggenda, ovvero la Golf GTI, creando una sorta di “sorella minore”, poteva essere rischioso: ciononostante, prende vita la Polo GTI.

Garanzia di sportività. Presentata in anteprima al Salone di Parigi, arriva sul mercato nell’autunno del 1998 e viene prodotta in soli 3.000 esemplari, non si sa se per scaramanzia o semplicemente per tastare il terreno. In patria, comunque, il successo è immediato, in quanto, oltre al design piacevole e moderno, anche se poco aggressivo (un limite anche della G40), le prestazioni sono in linea con il badge che porta su griglia anteriore e portellone. Senza fare troppa concorrenza alla “vera” GTI di casa, peraltro in quegli anni meno all’altezza del suo nome.

Addio volumetrico. Se la G40 era una mosca bianca, motoristicamente parlando, la Polo GTI è decisamente più tradizionale e in linea con le caratteristiche delle piccole sportive degli anni 90: motore aspirato, sedici valvole, fasatura variabile, 1.6 litri di cilindrata e 125 CV (sono 120 per i pochi esemplari pre-restyling), una decina in più rispetto al modello sovralimentato che va a sostituire. Con queste credenziali, considerando che nel frattempo la massa è aumentata di molto (qui, si arriva a 1.010 kg), la Polo GTI è brillante, ma non stravolgente, pur coprendo lo 0-100 in 8,7 secondi e toccando i 205 km/h di velocità massima.

Sobria e super accessoriata. Come anticipato, il look sportivo della Polo GTI è all’insegna della sobrietà, limitandosi a paraurti anteriore più avvolgente, con fendinebbia e prese d’aria più grandi, griglie a nido d'ape e - come era avvenuto in parte anche per la G40 - cerchi di lega scomponibili BBS completi di pneumatici utraribassati 195/45R15. Spiccano anche, nel pacchetto che caratterizza la GTI, le pinze freno verniciate di rosso, mentre si presenta molto ricca la dotazione di serie: climatizzatore automatico, fari allo Xeno (con lavafari), caricatore CD a sei dischi, rivestimenti interni dal disegno specifico, oltre a volante e cuffia del cambio rivestiti di pelle. Non mancavano Abs, ripartitore di frenata e controllo di trazione, mentre tra gli optional, figuravano i sedili di pelle e il navigatore satellitare.

Solo su ordinazione. Una particolarità della Polo GTI è che, come la sorella maggiore, è disponibile sia a tre sia a cinque porte, mentre vanno menzionati l’assetto ribassato di 15 mm, la carreggiata anteriore allargata di 21 mm e quella posteriore di 16, oltre a dischi freno più grandi. Completa il tutto una barra di torsione di diametro maggiore per migliorare la tenuta di strada e permettere alla GTI di mantenere fede al suo nome. Sebbene, un po’ come per la sua progenitrice, rimarrà una scelta molto di nicchia, anche perché si poteva avere solo su ordinazione. Tutto ciò ovviamente si ripercuote sulla reperibilità di esemplari usati che è molto bassa, ma con quotazioni per ora abbordabili, tra i sei mila euro per un esemplare in buono stato e i nove mila per uno perfetto. Ma, in quanto prima GTI tra le Polo, il suo valore potrebbe crescere.

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