Tra il 1982 e il 1989 la Casa di Zuffenhausen ha realizzato alcune varianti molto particolari della sua 930 Turbo: rispetto ai modelli “ordinari” le Slant Nose si caratterizzavano per il muso spiovente ispirato alle 935 da corsa e per l’assenza dei classici fari circolari.
Ah, gli anni ’80! Un periodo dal quale abbiamo ereditato una “cultura pop” memorabile fatta di musica, film e che, tralasciando la moda, evoca un benessere di cui è difficile non avere nostalgia. Le auto dell’epoca non fanno eccezione, con una sfilza di modelli iconici. Un esempio? La Porsche 930 Turbo, una GT in grado di infiammare l’arena delle auto sportive più agguerrite anche da ferma. La sua estetica, ben oltre i limiti della sobrietà, si caratterizzava per il kit estetico wide body e per la profusione di gomma massiccia, sui paraurti e attorno al grande alettone posteriore. Il look aggressivo non ingannava, presentata nel 1975, la 930 Turbo era tutt’altro che mansueta e si guadagnò rapidamente il nomignolo di “fabbrica di vedove” per la sua micidiale tendenza al sovrasterzo quando il turbo entrava in azione. L’auto raccolse ampi consensi tra i facoltosi appassionati e divenne la capostipite dei modelli di serie più performanti della sempiterna Porsche 911, la Casa di Zuffenhausen. Nel 1981, con il Sonderwunschprogramm (programma di ordini speciali) nacquero delle versioni molto esclusive con il muso piatto, indicate come “Slant Nose” o “Flachbau” in tedesco.
I sogni son desideri Tutto ebbe inizio, nel 1980, con la speciale 911 costruita per Gerhard Siegfried Amann un uomo d’affari tedesco. Affezionato cliente Porsche e noto nel mondo delle corse, questi richiese al reparto progetti speciali una 930 ispirata alle 935 da competizione. La prima fuoriserie fu un successo e pertanto anche altri facoltosi appassionati si unirono al coro delle richieste per ottenere una “935 stradale”.
La primissima Slant Nose realizzata dalla Porsche venne riportata in fabbrica nel 1985 in seguito al lancio del programma ordini speciali dove beneficiò di alcuni aggiornamenti, a partire dal potenziamento del motore (330 CV). La vettura, nata in grigio, venne riverniciata in nero. Successivamente la parte anteriore ricevette un sottoparaurti anteriore simile a quello sviluppato dal preparatore “DP” sulla 935 Motorsport.
Le varianti. A seconda delle richieste e dei mercati di riferimento, Porsche realizzò due kit Slant Nose per le 930 Turbo (coupé e cabriolet), proposti con il nome commerciale di 930 Turbo S e 930 Turbo SE, indicati internamente come “M505” e “M506”. Il primo pacchetto includeva i parafanghi anteriori della 930 standard e il motore della 930 3.3 Turbo con catalizzatore. Alcune delle auto equipaggiate con il kit M505 furono assemblate negli Stati Uniti dalla Alan Johnson Racing, con ricambi originali forniti dalla casa madre. I registri riportano 609 auto con specifiche americane a cui si aggiungono altre 21 auto, presumibilmente realizzate a posteriori con i kit M505, dal costo aggiuntivo di ben 29.000 dollari dell’epoca: quasi un terzo del prezzo dell’auto.
Le omologazioni. I modelli “SE”, con il pacchetto M506, avevano il radiatore dell’olio montato anteriormente il quale richiese un profilo inferiore del paraurti anteriore più esteso. Questo, tuttavia, non era omologabile in alcuni degli Stati USA e pertanto venne alloggiato nel passaruota posteriore destro, dietro la presa d’aria.
La maggior parte di queste auto furono consegnate con il kit 930/66 Turbo S da 330 CV. In alcuni Paesi, come il Giappone, vennero vendute con il catalizzatore. Gli esemplari per il Regno Unito, invece, montavano tutti il kit da 330 CV e interni con la console centrale dedicata. Infine, su alcuni mercati d’esportazione le Slant Nose adottavano le luci laterali anteriori Hella, come richiesto dalle locali norme di omologazione.
La prima generazione. Le primissime Slant Nose, solo coupé, non prevedevano i fari a scomparsa nella parte anteriore. Queste auto, rifacendosi alle 935, avevano ampi paraurti integrali in fibra di vetro con due fari carenati nella parte inferiore. Indicate in gergo come “Hammerhead” (letteralmente testa di martello) non incontrarono il gusto di tutti ma soprattutto non erano omologabili in diversi dei mercati chiave. Si stima che vennero realizzati appena 58 esemplari prima dell’apparizione, nel corso del 1983, dei fari a scomparsa. Prodotte con un mix di accessori del programma Special Wishes, le auto non erano tutte uguali: ciascun esemplare differisce per la presenza (o l’assenza) delle prese d’aria posteriori e di particolari verniciati in tinta carrozzeria.
Fase due. La seconda generazione di 930 Slant Nose continuò ad essere prodotta con il programma “Sonderwunsch”, disponibile solo su ordinazione speciale. La maggior parte di queste auto, se non tutte, lasciarono la fabbrica con prese d’aria posteriori e interni personalizzati. Alcune furono specificate con il kit di potenziamento da 330 CV. I numeri di produzione sono tutt’oggi argomento di discussione tra gli appassionati, anche se le stime più accreditate suggeriscono che le auto di seconda generazione furono prodotte nella “Werk 1” sono circa 200.
Ultimo atto. La serie finale della 930 Slant Nose fu quella prodotta in volumi maggiori: oltre 600 auto con Il pacchetto M505 raggiunsero il mercato statunitense mentre 56 vennero spedite in altri Paesi, la stragrande maggioranza di queste, una cinquantina, finì nel Regno Unito. Le auto della terza generazione furono prodotte insieme ai modelli 930 standard sulle linee principali di Zuffenhausen. Queste auto furono equipaggiate con nuovi parafanghi anteriori stampati inclusivi dei condotti di aspirazione dell’aria posti sopra i fari a scomparsa. Al termine dell’assemblaggio venivano poi trasferite di finitura nell’area destinata ai modelli speciali, la Werk 1.
La produzione delle Slant Nose si concluse ufficialmente nel 1989 ma resta difficile verificare il numero esatto, in quanto Porsche non rilasciava i dati relativi agli ordini speciali. Plausibilmente sono state realizzate 948 Slant Nose, di cui 591 Cabriolet.
Oltre ogni limite. Se le Porsche 930 Slant Nose possono essere considerate delle costosissime variazioni sul tema 911 Turbo, non mancarono clienti che vollero spingersi oltre, in termini di estetica e potenza. Per questo motivo diversi allestitori e preparatori, nel corso degli anni 80, dettero vita a modelli estremi nello stile e nelle performance. La prima, in ordine cronologico, fu la Evex Porsche 911 Turbo del 1982 ma tra il 1985 e il 1989 ricordiamo pure la DP Motorsport 930, la Folger F1 R, Gemballa Avalanche, Cyrrus e Mirage; la Kremer 930 Flachbau, le Rinspeed R39 e R69 o, ancora la Ruf 935 RSR e la Zender 911 Turbo.
Dream car esagerate sotto ogni punto di vista ma soprattutto testimonianze incredibili di un’era votata all’edonismo sfrenato.