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Range Rover Vogue LSE: la regina allunga il passo

Nel 1992 la gamma della leggendaria fuoristrada britannica si allargò con l’introduzione del modello a passo lungo. Con la “Vogue LSE” la prima generazione della Range Rover giunse a piena maturazione, riaffermando il suo status privilegiato nell’Olimpo delle automobili forte di una maggiore abitabilità e una ricchissima dotazione di serie.

Per Sua Maestà, la Regina Elisabetta II, il 1992 fu l’Annus Horribilis (per il rovinoso incendio del Castello di Windsor e gli scandali che coinvolsero la famiglia reale) ma per la Land Rover fu un’annata di grande fermento: la serie P38A, seconda generazione della fortunata Range Rover, era in pieno sviluppo ma vi era ancora un grande interesse per il modello “Classic”.
Nel 1981, Land Rover, consapevole di aver dato vita ad una vera e propria icone, articolò la gamma Range Rover proponendo dapprima il modello a quattro porte, più pratico e funzionale e poi completando l’offerta con le motorizzazioni a gasolio. Tutto ciò consentì di allargare la pletora di clienti e di utilizzi, confermando la Range Rover, considerata da molti la “regina dei 4×4”, come un vero e proprio status symbol. Per questo motivo la famiglia si allargò con il modello più lussuoso ed esclusivo: la Vogue LSE, con passo allungato e configurazione full optional.  

Il corredo. Se, per convenzione (ci teniamo a specificarlo), la Range Rover è nota ai quattro angoli del globo come il fuoristrada di lusso per antonomasia è anche vero che i primi esemplari degli anni 70 erano più votati all’avventura che al lusso. Senza rinnegare le sue capacità e la sua vocazione tutto terreno, la Vogue LSE (o County LWB per gli USA) aggiungeva un abitacolo sontuoso, impreziosito dal tocco deliziosamente britannico. Gran parte degli accessori erano di serie: dall’immancabile Pelle Connolly per i rivestimenti agli inserti in legno di pioppo italiano, così come cambio automatico ZF a quattro velocità, il cruise control, l’ABS, il controllo di trazione (ECT) e i sedili anteriori riscaldati. La zona posteriore, infine, beneficiava di 20 cm extra, a tutto vantaggio dei passeggeri.

Ispiratrice. Prendere posto in una LSE era come essere in una limousine, un concetto magistralmente ripreso sulla uscente quarta generazione, del 2012 (indicata con la sigla L405), disponibile in diversi e sibaritici allestimenti a passo lungo. Del resto, il vero lusso è sempre sinonimo di spazio.
La Range Rover Vogue LSE restringeva nettamente il gap di raffinatezza con i marchi più prestigiosi, come Bentley o Rolls-Royce, offrendo dal canto suo la trazione integrale e una versatilità sconosciute alle ammiraglie. Un’idea vincente se consideriamo che, vent’anni dopo, Bentley si ispirò proprio alla Range Rover LSE per sviluppare il suo SUV extralusso “Bentayga”.

L’evoluzione. Alla fine degli anni 80 a Solihull era chiaro a tutti che la Range Rover non era più un modello di nicchia e, per implementarne la redditività, bisognava insistere sul top della gamma. Per questo motivo sulla P38A, ancora in cantiere, non venne riproposto il modello due porte. A beneficiare delle attenzioni maggiori furono i motori V8: dall’ottobre 1989, il glorioso 3,5 litri (di origine Buick) rimaneggiato più volte passò a 3,9 litri, erogando tra i 180 e i 185 cavalli, a seconda dei mercati e della presenza o meno del catalizzatore.
Mentre la Vogue LSE riprendeva le fattezze della Range Rover classica, il suo telaio allungato e le sospensioni pneumatiche ad altezza variabile, sviluppate con Dunlop, divennero la base per la P38A, ancora in gestazione. Sotto il cofano, il V8 da 3,9 litri lasciava il posto a un 4,2 litri e 200 CV, più potente del quattro litri da 185 CV presentato con il lancio della Range Rover P38 (disponibile anche con un più prestante 4,6 litri da 218 CV).

Oltre l’Atlantico. Considerato il successo di questi veicoli in nordamerica, Land Rover nel 1987 inaugurò (finalmente) una rete commerciale ufficiale per gli Stati Uniti e il Canada: mercati dove la Range Rover fino a quel momento era disponibile solo mediante importazione parallela. La Range Rover, intanto, era proposta in diverse serie speciali come la Vogue e, successivamente, la Vogue SE dalla quale la versione LSE riprendeva gran parte della caratterizzazione estetica e l’equipaggiamento. Questa politica permise a Land Rover di mantenere un alto margine di guadagno, alla luce di un momento non felicissimo per l’industria dell’auto nel Regno Unito.
Alla produzione inglese, avviata alla fine del 1969 nell’impianto di Solihull, si aggiunse nel 1979 quella australiana con lo stabilimento di Enfield: qui vennero realizzate le Range Rover Vogue LSE destinate all’Australia, che continuarono ad adottare il 3,9 litri V8 da 180 cavalli in luogo del più potente 4,2 litri.

À la carte. Nel 1994, dopo sei anni di sviluppo, venne finalmente svelata la seconda generazione di Range Rover ma l’interesse per il primo e inimitabile modello rimase piuttosto alto: la Range Rover ribattezzata “Classic” teneva banco con quasi 15.000 esemplari venduti, rimanendo a listino fino al ‘96.  
Per gli incontentabili, a partire dal 1994, era possibile ordinare versione ancora più esclusiva della Range Rover Vogue LSE: la “Autobiography” inserita nel programma di personalizzazione “The ultimate personalisation”. Questa volta, l’allestimento era à la carte: oltre alle ricche dotazioni della Vogue LSE l’equipaggiamento e gli abbinamenti venivano definiti secondo il desiderio del cliente, che poteva scegliere verniciature, pellami, inserti e dotazioni, tutti in esclusiva per la propria vettura. Si contano circa 25 esemplari, realizzati fino al febbraio 1996.

Un must. La Range Rover Vogue LSE è tutt’oggi un modello particolarmente desiderabile in ottica collezionistica, in quanto rappresenta l’ultima esponente della linea evolutiva Range Rover Classic. Lussuosa e più efficiente rispetto alle motorizzazioni precedenti, vanta un’impostazione “moderna” ed è sicuramente la più appetibile per i più attenti al comfort e alle finiture.
Possedere una di queste vetture resta un privilegio, anche alla luce di quotazioni ben maggiori rispetto alle altre versioni ma è lo scotto da pagare per poter godere del look, senza tempo e country-chic, della Range Rover originale senza rinunciare alle comodità della successiva P38, a partire dalle sospensioni pneumatiche. Se siete amanti delle Range Rover, la LSE è sicuramente tra i modelli da non perdere.

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