Andreas Herrmann, figura di riferimento di Retro Classics di Stoccarda, ci descrive in un’intervista della sua visione del mondo delle auto classiche.
Signor Herrmann, a cosa si deve la presenza di uno stand di Retro Classics a Milano AutoClassica?
Sono stati gli stessi organizzatori a chiamarci, per aiutarli a capire se ci sia la possibilità di coinvolgere nelle prossime edizioni anche espositori tedeschi. Nello stesso tempo cogliamo l’opportunità di mostrare al pubblico italiano cosa offrono le nostre fiere in Germania.
A proposito di pubblico, da addetto ai lavori quali differenze coglie tra gli appassionati italiani e quelli tedeschi?
C’è una prima differenza evidente. In Italia c’è molto interesse verso le auto italiane e verso le Porsche, mentre in Germania la gente è più orientata alle auto tedesche in generale. Certo, anche in Germania le auto italiane hanno un buon seguito ma la loro quota di mercato è molto più bassa. Alfa e Lancia sono apprezzate soprattutto dai collezionisti più raffinati e facoltosi mentre in Italia l’interesse ha una dimensione più popolare. Fanno eccezione la Topolino e la 500, che sono al contrario amate dal grande pubblico ma hanno meno appeal per i collezionisti.
Dal suo punto di osservazione privilegiato, che tendenze prevede emergeranno sul mercato?
C’è una tendenza chiara, che si coglie anche in questa manifestazione ed è il crescente interesse verso le cosiddette neoclassiche, auto che non hanno ancora raggiunto i vent’anni di età. Anche qui sugli stand se ne vedono molte esposte e tanti collezionisti che possiedono auto più datate stanno acquistando vetture recenti.
Si tratta di una fase passeggera?
Non credo. Qui a Milano ho visto esposta una sola auto costruita prima della prima guerra mondiale e anche quelle prodotte tra le due guerre sono meno numerose che in altre occasioni. L’età media di chi ama queste vetture sta alzandosi troppo e in assenza di un ricambio generazionale anche le quotazioni sono talvolta in flessione. Per contro credo che la lievitazione delle quotazioni delle Porsche dipenda dal fatto che oggi molti di coloro che sognavano una di queste macchine da bambini oggi se la possono finalmente permettere e si tolgono lo sfizio, facendo crescere i prezzi.
Secondo lei è il momento giusto per investire in auto d’epoca?
Non è facile dare una risposta. Sino a oggi la auto classiche si sono sempre apprezzate nel corso del tempo ma non è detto che ciò possa andare avanti all’infinito. Le quotazioni potrebbero stabilizzarsi in molti casi. Quel che è certo è che i margini di guadagno si stanno riducendo.
Può invece valere la pena di scommettere sulle neoclassiche?
È una categoria che può dare soddisfazioni, a patto che si sappia scegliere un’auto giusta e non banale. E non è detto che occorra spendere tanto. Basti pensare che uno tra i modelli che si è rivalutato di più in Germania negli ultimi tempi è la Citroën 2CV. Alcune Porsche hanno invece quotazioni in fase di stallo. Un domani potrebbe apprezzarsi la 911 996, che oggi si può trovare anche a cifre ragionevoli, tra i 20.000 e i 30.000 euro, ma non è facile capire quando e di quanto i prezzi cresceranno.
Quali sono i vostri programmi per il 2019?
L’evento principale sarà Retro Classics a Stoccarda, in calendario dal 7 al 10 marzo prossimi, ma la stessa formula sarà riproposta anche in altre due città, Colonia e Norimberga, anche se con una dimensione più locale. Il nostro obiettivo per il futuro è sviluppare il concept di un evento esclusivo, che diffonda l’idea di una cultura della guida in un ambito lifestyle e non necessariamente aperto al grande pubblico.