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È tornato alla luce il casco dell’incidente di Lauda al Ring

Una bella storia a lieto fine. Densa di significato. Dopo 37 anni in cui se n’erano perse le tracce, il casco AGV X1 “Air System”, indossato dall’asso Niki Lauda durante il terribile incidente al GP di Germania 1976 sul vecchio Nürburgring, in cui il pilota rimase gravemente ferito, è tornato in Italia. Ed è stato esposto in questi giorni all’Eicma di Rho-Fiera a Milano, presso lo stand Dainese, da tempo proprietaria del marchio AGV.  

Fascino oscuro. Il casco, in condizioni originali e in parte bruciato, apparteneva alla collezione di Gino Amisano, fondatore dell’AGV, assieme ad altri caschi di F.1 della sua Casa utilizzati, per esempio, da Emerson Fittipaldi e Nelson Piquet. A fine 1987, per festeggiare il terzo e ultimo Mondiale Piloti vinto da Piquet, che indossava un AGV, al Salone dell’Automobile di Milano il campione brasiliano volle esporre la sua collezione di caschi in una teca di cristallo, nella quale trovava posto anche il famoso casco di Lauda di cui vi stiamo parlando, “prestato” da Amisano. Alla fine dell’evento, però, il copricapo di Niki sparì e di esso, ufficialmente, non se ne seppe più nulla.

Di mano in mano? Si diceva che l’elmetto AGV fosse passato di mano in mano tra alcuni collezionisti, ma non c’era nulla di certo. Fino a poco tempo, alla fine di aprile del 2024, quando, dopo ben 37 anni, il casco ha fatto capolino in una vendita organizzata da una famosa Casa d’aste in occasione del GP di F.1 di Miami del 5 maggio. Il casco sarebbe stato battuto all’asta il 4 maggio, partendo da una base di 60 mila dollari, assieme ad altri elmetti di F.1. Il gruppo Dainese, che voleva rientrare in possesso del famoso cimelio appartenente a un suo marchio, aveva poco tempo per dimostrare di esserne il legittimo proprietario. Si mosse subito l’ufficio legale del gruppo veneto, grazie all’avvocato Bernardo Petroni: ma solo dopo l’intervento dell’ingegner Fabio Frattini, storico ex Dirigente dell’AGV, e del giornalista sportivo Adriano Costa, si arrivò a trovare la sentenza del Tribunale, che accertava la proprietà del casco alla AGV S.p.A. Così, si riuscì a bloccarne la vendita, ma la partita non era chiusa.

Missione compiuta. Infatti, il “presunto”, ignoto proprietario del casco non intendeva rinunciare così facilmente al suo cimelio. Dopo aver coinvolto il legale della Dainese a Miami, Ed Partickoff, appassionatissimo di corse, è stato possibile raggiungere un accordo grazie al quale il casco AGV di Lauda, morto nel maggio 2019, è tornato in Italia, in possesso del legittimo proprietario, e soprattutto sarà esposto nell’Archivio storico del Gruppo Dainese “Dar” di Vicenza. Ora, quindi, gli appassionati potranno ammirare di nuovo questo pezzo incredibile di storia del motorsport.

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