Ogni carrozziere, ogni meccanico sotto sotto ha un sogno nel cuore, specie quelli che lavoravano nelle vecchie officine - polverose e disordinate - dei tempi andati: guidare quelle stesse creature che sotto le loro mani tornavano a dare il meglio di sé. A essere forma e prestazione. Magari lasciando che fossero figli e nipoti ad accalappiare quel sogno, a maneggiarlo, a trarne gioia...
Andrea Barletta, 21 anni, di Napoli, ricorda di quando il nonno, Giuseppe Canale, oggi arzillo ottantenne, trascorreva ore e ore nel suo laboratorio per regalare sorrisi ai piccoli di famiglia. Le vetturette che costruiva erano pensate per i bambini, per farli sentire grandi, e questa era la loro più grande magia; correvano nel tempo, alimentate dalle loro aspirazioni di piccoli piloti...
"Quella di cui va probabilmente più orgoglioso - spiega - è un prototipo in stile spiderina costruito artigianalmente nel 1967 su base di una Fiat 500 proprio di quegli anni. Era vivace, simpatica e sbarazzina al punto giusto. A renderla davvero unica ai nostri occhi era però il fatto di portare l'estate, il sole (anche nel colore della carrozzeria), i giochi in compagnia all'aria aperta. L'aveva battezzata 'Lucianella', il nome di nostra nonna, e come lei era gioiosa e solare".
Molto diversi i tratti distintivi delle altre due, piccole monoposto, che anche nel nome - "Minibolide" - evocavano spalti gremiti, staccate e sorpassi mozzafiato, impossibile non pensare alle Ferrari degli anni Cinquanta che di quelle repliche in scala erano gli originali perfetti... La numero 1 è anche lei del 1967, anno buio per il Cavallino, che pure schierava uno squadrone con Chris Amon, Ludovico Scarfiotti, Lorenzo Bandini (che in quell'anno morì a Montecarlo), Mike Parkes e Jonathan Williams. "I bambini che con loro si devertivano di più erano mia madre e mio zio".
La numero 2, è molto più recente, del 2002; anno del terzo mondiale di Schumacher. Una sorta di sorellina maggiore della prima, con piccole ma significative modifiche estetiche. "Non potete immaginare l'emozione di salirci a bordo e guidarla. Era già la seconda generazione che incantava, e non mostrava il passo...".
Nonno Giuseppe ha fatto di tutto perché a distanza di anni fossero ancora tutte perfettamente funzionanti, pronte a regalare altri sogni di gloria. Forse un po' retrò, ma ugualmente carichi di fascino...
Dario Tonani