Era il 1854 quando il religioso Eugenio Barsanti e l'ingegnere Felice Matteucci inventarono il motore a scoppio. Realizzato presso la Fonderia Benini a Firenze, questo dispositivo venne brevettato in Inghilterra e segnò un punto di svolta nella storia dell’ingegneria. 171 anni dopo, grazie a un lungo lavoro di ricerca e ricostruzione, questo propulsore è stato rimesso nuovamente in moto. L'appuntamento con la storia è stato a Firenze, l'11 gennaio scorso, nella cornice di Palazzo Vecchio e del museo Galileo.
Impresa titanica. Dopo un lavoro meticoloso, il Club moto d’epoca Fiorentino è riuscito infatti a "riportare in vita" il motore, a quel tempo battezzato "Macchina animata", ripartendo dai brevetti, dai testi originali oltre che da migliaia di pubblicazioni e carteggi vari custoditi in archivi storici. Un’impresa titanica che ha richiesto oltre 5.000 ore di lavoro e la realizzazione su misura di 350 pezzi meccanici grazie anche alla collaborazione con alcune aziende specializzate.
Evento imperdibile. Presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze, sabato 11 gennaio il motore è stato ufficialmente presentato. All'evento hanno partecipato esperti e rappresentanti istituzionali, tra i quali il responsabile del progetto Graziano Dainelli, quello della ricerca storica, Antonio Linari, e il progettista Maurizio Mugelli. Non sono mancati interventi anche Fondazione Barsanti & Matteucci, della Baker Hughes-Nuovo Pignone, di Asi, del Museo Galileo e della facoltà di ingegneria dell'Università di Firenze. Dalle 12.30 si è poi potuto assistere all’accensione del motore in piazza dei Giudici.
Un’eredità per il futuro. Questo progetto non rappresenta soltanto una celebrazione del passato, ma un esempio di come l’ingegneria storica possa ispirare le nuove generazioni. Protagonisti dell’evento anche gli studenti degli istituti tecnici fiorentini, a testimonianza del valore educativo di questa impresa.