Autentica leggenda del motorismo sportivo, Walter Röhrl è entrato nella prestigiosa Fia Hall of Fame, finora riservata ai piloti “titolati” di Formula 1.
La cerimonia, nel corso della quale sono stati premiati anche gli altri campioni del World Rally Championship (tra cui Ari Vatanen, “Miki” Biasion, Carlos Sainz, Tommi Mäkinen e Sébastien Loeb), si è svolta il 30 gennaio nella sede centrale della Fédération Internationale de l’Automobile a Parigi.
Due volte iridato. Nato a Regensburg, in Baviera, il 7 marzo del 1947, Röhrl inaugura la sua carriera agonistica nel 1968: il suo primo impegno è il Bavaria Rally al volante di una Fiat 850 Coupé. Diviene pilota ufficiale nel 1972, inaugurando una lunga e strepitosa serie di successi, che gli consente di conquistare due Mondiali (nel 1980 con la Fiat e nel 1982 con la Opel); fra le vittorie più eclatanti spiccano le quattro affermazioni al Rally di Monte-Carlo (1980-82-83-84), che gli valsero, per l’appunto, il soprannome di “Re di Montecarlo” con cui gli appassionati sono soliti chiamarlo ancora oggi.
Dalle corse alla strada. Nel 1981 partecipa al campionato tedesco con la Porsche 924; in quello stesso anno porta al Rally di Sanremo una 911 SC. Negli anni Ottanta avvia una collaborazione con la Casa di Stoccarda per lo sviluppo dei modelli stradali, impegnandosi nella messa a punto dell’avveniristica 959 e nel progetto della 911 Carrera 4 (964).
Con la Porsche nel cuore. Dal 1993 Walter Röhrl è anche ambasciatore della Porsche, marchio prediletto fin da giovanissimo: è appena ventenne quando compie il suo primo atto d’amore nei confronti del marchio e acquista una 356 C usata. Da quel momento, nel suo garage non mancherà mai una sportiva della Casa di Stoccarda. In tempi più recenti, la sua preziosa consulenza come collaudatore si è rivela preziosa nella definizione delle supersportive Carrera GT e 918 Spyder.