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Rolex, il Cosmograph Daytona si fa in tre

La presentazione di un nuovo Rolex Daytona è sempre un fatto che suscita aspettative e fa notizia, trattandosi – almeno per quanto riguarda il mondo degli oggetti – di uno dei maggiori miti del nostro tempo.

Quest’anno, la Rolex di Oyster Perpetual Cosmograph Daytona – e non era mai successo prima – ne ha presentati tre, uno per ogni tinta dell’oro, quindi con identico motore (il movimento con rotore a carica automatica bidirezionale Perpetual) e telaio (la cassa impermeabile con fondo e corona a vite Oyster), ma con carrozzerie rilucenti di giallo, bianco o rosa. Questo exploit segue quello dello scorso anno e del 2013, quando Rolex aveva rispettivamente presentato un Daytona in acciaio, che mancava sul mercato da molto tempo, e uno in platino, in occasione del 50° della nascita del modello.

“A contribuire al mito del Daytona ci si mise pure Paul Newman, che indossava spesso una rara versione di questo Rolex, poi ribattezzata dai collezionisti con il nome dell’attore americano” - -

Orologeria e automobilismo. È infatti a quel momento che bisogna risalire per comprendere le ragioni della nascita di un mito: gli ingredienti del successo furono certe innovazioni dell’orologio unite a un nome evocativo. Im- possibile non attirare l’attenzione degli appassionati d’orologeria e d’automobilismo, visto che si parla della marca con la maggior notorietà mondiale e di un circuito di gara leggendario. L’orologio nasce nel 1963 con indicazioni ben leggibili, grazie ai contatori contrastati e alla scala tachimetrica riportata sulla lunetta invece che sul quadrante, impermeabilità e affidabilità meccanica, costruzione interamente d’acciaio, design moderno e di tipo sportivo.

La 24 ore di Daytona. Le corse sulla sabbia compatta e piatta di Daytona Beach avevano invece avuto inizio nei primi anni del 1900, facendo registrare innumerevoli record di velocità, per poi entrare in un autodromo costruito nel 1959 e denominato Daytona International Speedway. Nel 1962 nacque la Daytona 24 Hours, sull’idea della 24 Ore di Le Mans, gara battezzata con tanto di sponsorizzazione nel 1992 Rolex 24 at Daytona; in palio per i vincitori un cronografo del marchio con la corona. Grazie a questi elementi, ma anche alle proprie caratteristiche, questo orologio nasce e vive in simbiosi con il mondo delle gare automobilistiche, diventando esso stesso simbolo d’eccellenza meccanica e di design.

QUANDO UN ORO NON BASTA
Le nuove versioni dell’unico cronografo del catalogo di Rolex, l’Oyster Perpetual Cosmograph Daytona, si distinguono per il contrasto tra la classicità dei metalli preziosi delle casse e la tecnologia degli elastomeri utilizzati per una particolare tonalità d’oro rosa e il materiale scelto per la cassa. Il bracciale è formato da una maglia flessibile ricoperta da elastomeri ad alte prestazioni. Gioca invece su un grande equilibrio il diametro di 40 millimetri, che offre volume senza nulla concedere alla moda degli orologi extralarge. Oro bianco (nella foto) o giallo, cui si aggiunge la lunetta con la scala tachimetrica in ceramica. Al pregio dei materiali corrisponde l’alta qualità funzionale tipica di Rolex, in particolare l’impermeabilità a 100 metri e il movimento automatico con certificato ufficiale di cronometria.

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