Rolls-Royce Corniche: opulenza en plein air - Ruoteclassiche
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29/12/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla
Rolls-Royce Corniche: opulenza en plein air
Nel 1971 Rolls-Royce presentava la Corniche, una nuova variante a cielo aperto della Silver Shadow. Ecco la storia e l'evoluzione della lussuosissima convertibile britannica.
29/12/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nel 1971, in casa Rolls-Royce debuttava una nuova e lussuosa cabriolet costruita sulla base della Silver Shadow Coupé. Accompagnata da un nome evocativo, la Corniche ha rappresentato per decenni la vetta massima dell’esclusività, divenendo un must tra i principali esponenti del jet set.

Il melodioso termine francese “Corniche” si rifà alle suggestive strade costiere della Costa Azzurra, riassumendo alla perfezione l'aspetto e il carattere aristocratico del modello che, con la sua imponenza e il sontuoso abitacolo, tutt’oggi fanno girare le teste degli astanti al suo passaggio.
Costantemente aggiornata nel corso della produzione rimase a listino per oltre vent’anni, uscendo di scena nel 1995. La Corniche fu venduta anche con il marchio Bentley, in quanto fino al 1998 il marchio rientrava nel gruppo Rolls-Royce. Il modello della “B alata” divenne noto come Continental soltanto nel 1984, anticipando la seconda serie.

Una nuova era. Con il lancio della Silver Shadow, nel 1965, Rolls-Royce adottò per la prima volta una struttura monoscocca, introducendo una nuova generazione di modelli. Nel 1966, alla berlina a quattro porte seguì una versione coupé a due porte, realizzata dalla Carrozzeria londinese Mulliner-Park Ward. La cabriolet si unì alla famiglia nel 1971 ed entrambi i modelli a due porte acquisirono la nomenclatura "Corniche". Il nome richiamava le strade del Sud della Francia, dove Sir Henry Royce aveva trascorso gran parte della sua vita. Un omaggio ai luoghi in cui era più plausibile veder sfilare queste vetture, guidate da una svagata élite composta da celebrità e viveur, i cui volti tappezzavano gran parte delle copertine dell'epoca.

Perfetta esecuzione.
Guardandola dall’esterno, una Rolls-Royce può infondere un senso di rispetto e forse anche di timore reverenziale, ma all'interno coccola il conducente e i fortunati passeggeri profondendo una sensazione di ricercatezza, emanata dalle squisite finiture interne e dalla meticolosa qualità costruttiva. Per iscritto è difficile tradurre il fine aroma della pelle Connolly, le venature delle ebanisterie in legno, il clic degli interruttori o la semplicità di tutte le funzioni, connotate da una deliziosa facilità d'uso che rasentava la semplicità infantile: basti pensare alla leva del cambio automatico dotata di servoassistenza per limitare lo sforzo fisico sul comando. Viaggiare su una Corniche è un’esperienza ipnotica, paragonabile alla sensazione che si prova quando si contempla e si tocca una preziosa opera d'arte.
La capote era un altro brillante esempio di maestria artigianale e, naturalmente, si azionava premendo un pulsante. La copertura esterna, invece, doveva essere abbottonata a mano. L'impermeabilità alla pioggia andava da sé, mentre le differenze intrinseche nella costruzione comportavano un isolamento acustico leggermente inferiore a quello della variante coupé (quest’ultima, indicata come Corniche Saloon venne prodotta fino al 1982).

Presenza importante. Come tutte le Rolls-Royce, anche la Corniche aveva un aspetto imponente: misurava quasi 5,20 metri di lunghezza e pesava la bellezza di 2,25 tonnellate (a vuoto).
L’estro di Polwhele Blatchley, per decenni a capo dello stile Rolls-Royce, consentì alla Corniche di evocare l’idea di grandezza unitamente ad una grazia sconosciuta ad altre vetture della sua stazza: a capote abbassata, con il suo incedere flemmatico, dava l’idea di trovarsi a bordo di uno yacht. Questo era accompagnato da una quantità, commisurata, di muscoli "sotto coperta".

Il mitico 6 e ¾ .
Sotto il lungo cofano trovava posto lo storico V8 da 6,75 litri, leggermente più potente nella Corniche rispetto alla berlina. Secondo la tipica etichetta Rolls-Royce, le sue prestazioni furono semplicemente descritte come adeguate, invece di essere esplicitate in cifre. Il placido otto cilindri adottava un carburatore a doppio corpo “Twin SU”, successivamente l’utilizzo di un carburatore Solex a quadruplo corpo, introdotto nel 1977, portò ad un aumentato della potenza.
Solo nel 1980, sulle brochure, vennero rilasciate delle indicazioni, “triviali”, relative all’accelerazione: 11 secondi per lo 0 -100 km/h e la velocità massima, di quasi 200 km/h. Performance più che sufficienti per sfilare sulle promenades più eleganti e disimpegnarsi in ogni situazione, senza perdere il suo caratteristico aplomb.

L’evoluzione. La prima serie della Rolls-Royce Corniche rimase in produzione dal 1971 al 1986, accompagnata da costanti aggiornamenti. Nel 1977 tutte le Corniche vennero proposte con il climatizzatore con regolazione sdoppiata, un radiatore in alluminio e paraurti in gomma, mentre lo sterzo era di tipo a cremagliera, più preciso. I freni a disco vennero specificati sin da subito, con l’aggiunta dei dischi ventilati a partire dal 1972. Inizialmente il passo della Corniche misurava di 3,042 mm, aumentando a 3048 mm nel 1974 e, infine, a 3.061 mm nel 1979, anno in cui venne rivisto anche il comparto sospensivo con l’introduzione di un asse posteriore modificato.
Al momento della presentazione, infatti, la Corniche poteva contare su una sospensione a quattro ruote indipendenti con molle elicoidali, coadiuvate da un sistema autolivellante idraulico che usava lo stesso principio di funzionamento della Citroën, ma senza le molle pneumatiche delle francesi. In seguito, soltanto il retrotreno beneficiò del dispositivo di livellamento automatico.

Non c’è due senza tre. Il debutto commerciale della Rolls-Royce Corniche II avvenne nel 1986 per gli Stati Uniti, mentre gli altri mercati dovettero aspettare fino al 1988. L’avvento della seconda serie non portò soltanto ad una nuova nomenclatura: la Corniche II beneficiò di aggiornamenti significativi come l’adozione dell’ABS, plancia e sedili ridisegnati oltre a modifiche dei dettagli esterni come un nuovo profilo del portatarga posteriore, la luce di retromarcia, paraurti di nuovo disegno con inserto cromato. In totale vennero 1.234 esemplari.
Nel 1989, la Rolls-Royce Corniche III venne svelata al Salone di Francoforte e ricevette una serie di importanti migliorie. A livello estetico, i paraurti (in tinta con la carrozzeria) erano meglio integrati e vennero presentati dei cerchi in lega di nuovo disegno. Sottopelle la differenza principale riguardava l’impianto di iniezione di carburante, abbinato al sistema MK Motronic. Nell’abitacolo, le modifiche includevano una nuova strumentazione e la console centrale prolungata tra i sedili anteriori, più profilati. La dotazione, invece, si arricchì dell’airbag lato guida. Intanto, la produzione iniziava a rallentare: dalle linee di montaggio uscirono solo 452 unità fino al 1992.

Ultimi fuochi. . La Corniche IV debuttò nel 1992 e rimase in produzione fino al 1995, totalizzando 219 esemplari. Guardando alle Corniche III e IV all’esterno le modifiche sono decisamente contenute più contenute rispetto al passato: il lunotto posteriore era in vetro e non in plastica, mentre la chiusura della capote era totalmente automatica, senza sblocco manuale. Importante, invece, l'introduzione dell’airbag lato passeggero, delle sospensioni adattive e di un più avanzato cambio automatico a quattro velocità in luogo dell'obsoleto GM Hydramatic 400, a tre velocità. Nel 1993 venne incrementata anche la potenza del 20% (270 CV).
Infine, poco prima del pensionamento, vennero realizzate 25 vetture identificate come “Corniche S”, verniciate nel caratteristico Blu Ming con il cofano color crema e accompagnate da una placca d'argento sulla plancia con l’indicazione del numero di serie.
Nel 2000, Rolls-Royce dopo essere stata rilevata dal gruppo BMW, presentò un modello completamente nuovo della Corniche, basata sul pianale delle Bentley Continental R e Azure. A differenza delle cugine Bentley, adottate dal gruppo Volkswagen, la lussuosa convertibile Rolls-Royce era equipaggiata con il motore e i particolari della Rolls-Royce Silver Seraph. L’unico propulsore disponibile era infatti il V12 già impiegato sulle BMW 750i (E38). Con l’uscita di scena della Corniche, nel 2002, Rolls-Royce abbandonava lo stabilimento di Crewe: cominciava una nuova vita a Goodwood Estate.

Lusso senza limiti. Tutti i modelli Corniche sono stati assemblati Londra fino al 1992 dalla Mulliner Park Ward, un'azienda nata dalla fusione di due storiche carrozzerie, precedentemente indipendenti, acquisite dalla Rolls-Royce rispettivamente nel 1939 e nel 1961. A partire 1992 la produzione venne spostata a Crewe e nel 1995 il prezioso libro degli ordini venne chiuso, registrando 5.146 esemplari.
Si concludeva l’era delle Rolls-Royce vecchia scuola, con la Corniche a rappresentare la quintessenza dello “Spirit of Ecstasy”.

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