Rolls-Royce Corniche Two Door Saloon: alta sartoria britannica - Ruoteclassiche
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28/10/2022 | di Fabrizio Greggio
Rolls-Royce Corniche Two Door Saloon: alta sartoria britannica
28/10/2022 | di Fabrizio Greggio

Prodotta in due serie dal 1971 al 1980 in 1090 unità, rappresenta l'apice della raffinatezza meccanica e della cura artigianale del blasonato marchio d'Oltremanica. Questo esemplare fu acquistato nuovo dal console della Romania a Milano e ha fatto parte della collezione di Carlo Talamo

Gialloquaranta. Per Carlo Talamo, fautore del fenomeno Harley-Davidson in Italia, il concetto di understatement non aveva corso legale. Neppure quando si trattava di scegliere una Rolls-Royce o una Bentley, marchi di cui peraltro fu importatore negli anni Novanta tramite la società Gialloquaranta, denominazione che era già un manifesto programmatico, una chiara dichiarazione di intenti. Il motivo di un nome così curioso è presto detto: per il suo quarantesimo compleanno, era il 1992, egli aveva acquistato la sua prima Bentley, una Continental, commissionata in una sfacciata livrea gialla (vedi Ruoteclassiche di marzo 2009), una scelta cromatica non proprio accettata di buon grado dalla Casa. Ma si sa, pecunia non olet e l’eccentrica richiesta fu esaudita, sia pure con qualche resistenza. Per un talentuoso pubblicitario qual era Talamo non vi fu modo migliore per battezzare la sua nuova avventura imprenditoriale.

Scelta sobria. Altra vettura decisamente controcorrente fu la Continental R personalizzata in chiave corsaiola nell’allestimento e nella meccanica (la Project 116), subito riconoscibile per il cofano motore in alluminio lucidato, per i bolli portanumero sulle porte e per la vistosa griglia metallica frontale. Insomma per Talamo l’aura quasi religiosa che avvolgeva queste blasonate vetture britanniche andava per così dire dissacrata. Ma ogni regola che si rispetti ha la sua eccezione. Nel suo “garagino” infatti ha trovato posto anche l’elegante e sobria protagonista di queste pagine, una delle 780 Rolls-Royce Corniche cosiddette prima serie costruite dal 1971 al 1977.

Nasce con un altro nome. In realtà la storia di questo modello prende avvio nel marzo del 1966 quando viene presentata la Silver Shadow Two Door Saloon (la versione Convertible arriva l’anno successivo), realizzata dalla H. J. Mulliner, Park Ward Limited, il reparto carrozzerie speciali di Rolls-Royce Limited and Bentley Motors Limited con sede a Willesden, a Nord di Londra. Rappresenta lo stato dell’arte della produzione, il cui allestimento è curato fin nei minimi dettagli. La scocca (in acciaio con parti mobili in alluminio) viene approntata a mano dalla Park Ward, che modifica quella della berlina a quattro porte fornita dalla Pressed Steel Fisher, inviata tramite bisarche nello stabilimento di Crewe per i vari trattamenti dei lamierati e per il montaggio degli organi meccanici e rispedita a Willesden per la verniciatura e la finitura dell’abitacolo. La meccanica è condivisa con la berlina quattro porte: motore V8 di 90° di 6230 cc, trasmissione automatica Turbo-Hydramatic a tre rapporti (con guida a destra trasmissione RR-Hydramatic a quattro rapporti), sospensioni a quattro ruote indipendenti con controllo automatico dell’altezza da terra, quattro freni a disco con triplo circuito. Il tempo medio per approntare un singolo esemplare si aggira sui di 6 mesi; una metodologia costruttiva decisamente antiquata ed economicamente dispendiosa. Non a caso il prezzo di listino in Italia è di 22.500.000 lire, ben 7.500.000 lire in più rispetto alla già esclusiva Silver Shadow Four Door Saloon (una somma esorbitante considerando che la Mercedes-Benz 600 si ferma a quota 11.900.000). Nell’autunno del 1970 viene adottato il nuovo motore V8 di 6750 cc.

Omaggio alla Costa Azzurra. Nel marzo del 1971 la Silver Shadow Two Door Saloon assume la denominazione Corniche Two Door Saloon, nome già impiegato dalla Bentley per un prototipo del 1939 e che evoca la celeberrima strada costiera della Costa Azzurra. Pressoché identica al modello precedente (sono introdotti piccoli accorgimenti per renderla più sportiva, quali per esempio alberi a camme con profilo diverso e impianto di scarico di diametro maggiore), la Corniche è la prima vettura a includere nella strumentazione il contagiri, quasi un sacrilegio per molti clienti; presto infatti verrà eliminato. Nel 1977 arriva quella comunemente conosciuta come “seconda serie”, distinta essenzialmente dai paraurti più massicci ad assorbimento d’urto, introdotti per ottemperare alle rigide prescrizioni americane in materia di sicurezza passiva. Viene prodotta fino al 1980 in 310 esemplari; dal 1966 al 1980 la Rolls Royce Silver Shadow-Corniche Two Door Saloon viene costruita in 1693 unità. L’evoluzione della Corniche prosegue invero fino al 1995, ma solo con carrozzeria convertibile, quando esce di scena dopo essere stata prodotta in 5160 esemplari (ai quali si aggiungono le 505 Silver Shadow convertibili realizzate dal 1967 al 1971).

La nostra regina. Ma torniamo alla “nostra” Rolls-Royce Corniche Two Door Saloon, identificata dal telaio CRX14725 e costruita nel settembre 1972 su commissione dello storico concessionario Garage de L’Athénée, presente a Ginevra fin dagli anni Trenta. La macchina viene ordinata per essere esposta nell’esclusivo showroom ginevrino, probabilmente in vista di un’eventuale presentazione al prestigioso Salone motoristico che si svolge annualmente a marzo nella città elvetica. Tra gli accessori vengono specificati i vetri Sundym, la previsione per il montaggio dei poggiatesta anteriori (fatti poi realizzare con la stessa pelle dei sedili da un artigiano), il legno con gli inserti di tonalità diversa, lo “Scotchbrite Finish” ovvero la parte in pelle nera raggrinzata attorno a tutti i posacenere, i fari speciali Marchal al quarzo e le trombe pneumatiche Fiamm “Avanti GT” con il comando sul volante per i toni bassi (da città) ed a pedale per quelli alti (da viaggio in autostrada). Ma la vera peculiarità riguarda la livrea: la carrozzeria infatti è “Bayard Crimson” (una sorta di bordeaux con una tonalità di blu/viola), mentre il padiglione è rivestito in Everflex “Dark Red”; il sontuoso abitacolo è in pelle Connolly su campione “Pink Anela”. Secondo i registri della Rolls-Royce, questa è l’unica Corniche costruita con questo abbinamento, praticamente una fuoriserie a tutti gli effetti.

Vita diplomatica. Il console della Romania, con gli uffici a Milano, vede l’auto in esposizione a Ginevra e decide di acquistarla subito, complice anche il fatto che i tempi di attesa per una Corniche superano i due anni. La “CRX14725” parte verso il capoluogo lombardo, dove viene immatricolata per la prima volta con la targa MI U08294, che ancora oggi esibisce. Il tempo scorre veloce; dopo circa vent’anni il console porta la Corniche nell’officina Gialloquaranta per un tagliando. Talamo si invaghisce subito di quella splendida vettura e inizia un lungo corteggiamento. Alla fine il console cede, ma pone una condizione: Talamo dovrà intestare la vettura a suo nome e non alla Gialloquaranta. Considerato l’eccezionale stato di conservazione ed originalità, per fortuna in questo caso Talamo non la “customizza” come altre sue Rolls-Royce e Bentley, ma la conserva così com’è. Alla sua scomparsa, avvenuta in un tragico incidente motociclistico nel 2002, l’auto viene venduta e finisce nelle mani di un noto collezionista bolognese, che la mantiene con cura per oltre 15 anni. E infine la Corniche, ancora fornita di tutti i suoi accessori e manuali originali, è tornata a Milano nelle mani di un amico ed ex collaboratore di Carlo Talamo, che continua a mantenerla in perfetta efficienza, una cura doverosa e meritata per questa straordinaria testimone di un’epoca ormai scomparsa, quando le automobili erano opere d’arte.

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