Non è bastata la recente sentenza del Tar del Lazio (la n. 15408/2023 del 18 ottobre) a spingere la giunta capitolina a fare dietrofront sullo stop alla circolazione dei veicoli storici nel centro di Roma. Rimane estesa anche alle auto d'epoca, dunque, la nuova fascia verde Ztl, che impone il divieto di transito e di sosta ai mezzi considerati più inquinanti. È in vigore dal primo novembre al 31 marzo 2024, dal lunedì al sabato, dalle ore 00 alle 24 per le auto a benzina e gasolio pre-Euro 1, Euro 1 e 2, a gasolio Euro 3, per i ciclomotori e motoveicoli pre-Euro 1 ed Euro 1. L'unica deroga, per i mezzi di interesse storico, è prevista dalle ore 20 del venerdì alle 24 del sabato. Nessuna menzione, invece, alla possibilità di partecipare a raduni o eventi. Di fronte a questa scelta non si è fatta attendere la reazione dell'Asi, Automotoclub storico italiano.
Patrimonio culturale. "L’ultima ordinanza della giunta capitolina volta a limitare la circolazione dei veicoli più inquinanti nella Ztl fascia verde continua a svilire i veicoli di interesse storico e collezionistico", dichiara Alberto Scuro, presidente dell'Asi. "Di fatto svilisce quella che è una eccellenza per la quale l’Italia è conosciuta in tutto il mondo. Omette di considerare le più recenti pronunce del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso avverso le precedenti ordinanze, ha stabilito la necessità di bilanciare la tutela dell’ambiente con la tutela, di pari dignità costituzionale, del patrimonio storico e culturale in cui il motorismo storico a pieno titolo si iscrive".
Deroghe insufficienti. Il numero uno dell'Asi, poi, sottolinea come l'ordinanza 115 del 31 ottobre 2023, firmata dal sindaco Roberto Gualtieri, permetta l'utilizzo dei mezzi storici solo dalle ore 20 del venerdì alle 24 del sabato. Nessuna ulteriore concessione per la partecipazione a manifestazioni (che si svolgono prevalentemente nel fine settimana) e neppure per eseguire interventi di manutenzione, fondamentali per la sicurezza e per salvaguardare il loro valore.
Impatto nullo sull'ambiente. Anche a causa di queste misure il settore è in crisi: i veicoli storici non vengono più comprati, mentre quelli che ne sono in possesso, in questo stato di incertezza, cercano di venderli. L'intera filiera delle attività a essi collegati è in ginocchio. "Tra l'altro", prosegue Scuro, "non vi è evidenza alcuna che le restrizioni alla circolazione dei veicoli storici impattino concretamente sull’obiettivo della riduzione delle componenti inquinanti, sicché le stesse non possono essere equiparate alle misure limitative della circolazione degli altri veicoli".
Annunciato un nuovo ricorso. Infine, l'Automotoclub storico italiano è tornato sulla recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale. "Confidavamo che l’ultimo provvedimento tenesse conto delle inequivocabili statuizioni del Tar", si legge in una nota, "ma non è andata così. Siamo quindi stati costretti, nostro malgrado, a presentare un nuovo ricorso insieme ai Registri Alfa Romeo, Fiat e Lancia".