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In edicola Ruoteclassiche di gennaio

Dal 4 gennaio arriva in edicola e in versione digitale il nuovo numero di Ruoteclassiche (6 euro). Protagonista della copertina, la Iso Rivolta Grifo, GT milanese spinta dal V8 della Chevrolet Corvette che riuscì a guadagnarsi la stima di chi cercava una sportiva potente e veloce, bella e filante ma comoda e affidabile. Il Test a test è fra due reginette degli anni 70, la VW Golf GTI 1.6 e la successiva 1.8, oggi ricercatissime. La Austin Mini Cooper S De Ville di Radford è un’interpretazione super lussuosa e dotata del portellone posteriore della celeberrima Mini, mentre la Volvo 164 E è l’ammiraglia a 6 cilindri della Casa svedese, derivata dalla nota serie 140, e la Maserati Merak 2000 GT è la “riduzione” a due litri della sportiva del Tridente disegnata da Giugiaro, creata appositamente per il mercato nazionale. Ricordiamo poi i 40 anni dell’Audi Sport Quattro, estrema evoluzione del modello nato anni prima per imporsi nei rally. Classica di domani è la Mercedes C200 K, una berlina di alte prestazioni che oggi si compra a cifre davvero convenienti.

Sorella perbene. Si tratta dell’Iso Rivolta Grifo GL, sportiva, veloce, ma lussuosa e confortevole. A differenza della Grifo A3/C, concepita dal progettista Giotto Bizzarrini per dominare le avversarie in pista. La linea è di Bertone, mentre il V8 arriva da Oltreoceano, dagli stabilimenti Chevrolet: è quello della Corvette, disponibile in due versioni da 300 e 350 CV. La variante più potente, come quella che equipaggia la vettura del servizio, spinge la Grifo a 260 km/h. 

Mito indiscusso. E come definire altrimenti la Volkswagen Golf GTI prima serie, “la” GTI per eccellenza? Abbiamo portato in pista la 1.6 a 4 marce, nervosa e divertente, che spinge forte soprattutto agli alti regimi, e la 1.8 a 5 marce, meno cattiva ma più godibile ed efficace, sia quanto a prestazioni sia quanto a tenuta di strada. Se negli anni 70 non fosse arrivata la Golf, e poi le sue derivate GTI e Cabriolet, probabilmente oggi non esisterebbe più la Volkswagen.

Il tocco mancante. La Mini era geniale, piccolissima eppure abitabile, moderna e con un comportamento su strada divenuto leggendario. La Cooper e la Cooper S avevano anche prestazioni di rilievo. E se l’abitacolo era un po’ spartano, non mancavano gli atelier in grado di trasformarlo in quello di una Rolls-Royce in sedicesimo. Fra questi c’era quello di Radford, carrozziere londinese che ebbe un’idea geniale: dotare la Mini del portellone posteriore, senza alterarne le forme. 

Classe svedese. Sei cilindri in linea, magari abbinato al cambio automatico, 3 litri di cilindrata, linea a tre volumi con una grande calandra cromata e materiali di prim’ordine. Non, non è una Mercedes e nemmeno una Jaguar, ma l’ammiraglia Volvo 164, lanciata nel 1968. In Italia ne sono arrivate poche, ma ne abbiamo trovata una in ottime condizioni, dotata dell’iniezione Bosch disponibile come optional. Garantisce viaggi nel confort più assoluto.

Tridente contro il fisco. Può una berlinetta Maserati avere un motore di appena 2 litri? Certo, perché serviva per combattere le trovate della fiscalità italiana, che all’epoca, anni 70, decise di bastonare tutte le auto oltre i 2.000 cm3. Per il nostro mercato, quindi, Maserati, Ferrari e Lamborghini allestirono specifiche versioni 2 litri. Piuttosto sottomotorizzate, in realtà, tranne, per quanto possibile, proprio la Merak 2000 GT, forte di 170 CV.

Oltre l’eleganza. Che pure non le manca e la fa invecchiare bene. Parliamo della classica di domani di questo numero, la Mercedes C200 K di vent’anni fa. Tecnologica, moderna, utilizzabile anche tutti i giorni e dalle prestazioni appaganti, ha la peculiarità del compressore volumetrico. 163 CV e 234 km/h sono più che sufficienti per viaggi rapidi e confortevoli, grazie alla fluidità dell’erogazione. Oggi si compra con pochissimi soldi.

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