Il nuovo anno tiene a battesimo il restyling di Ruoteclassiche, che si presenta con una nuova ed elegante veste grafica. Un numero ricchissimo di servizi imperdibili. A partire dalla storia della Lancia Fulvia Rallye 1.6 HF numero di telaio 2268, trionfatrice al Rally di Sanremo del 1972. Rimanendo nell’ambito del motorismo sportivo, ecco la vicenda poco conosciuta del matrimonio fallito tra McLaren e Lamborghini, con testimone Ayrton Senna. E poi il confronto tra la Ferrari F355 F1 e la Lotus Esprit S4S, la Citroën DS 20 Pallas, i 30 anni dell’Alfa Romeo GTV serie 916 e molto altro ancora.
Regina del "Sanremo". Sulla nostra pista di Vairano (PV) abbiamo una protagonista d’eccezione: la Lancia Fulvia 1.6 HF chassis numero 2268, vincitrice dell’edizione 1972 del Rally di Sanremo con Amilcare Ballestrieri in coppia con il navigatore Arnaldo Bernacchini. Ed è proprio quest’ultimo a mettersi al volante della “2268”, fresca di un certosino restauro curato da Roberto Ratto e Roberto Vaiarelli. Chi meglio di lui può spiegare come portare al limite questa vettura? Ad accompagnare la Fulvia in questa giornata speciale, Gianni Tonti, direttore tecnico del reparto corse di quel periodo. Un testimone d’eccezione che racconta per filo e per segno l’allestimento delle vetture per la stagione 1972, gli aneddoti, le indicazioni dei piloti e molto altro. Un’annata straordinaria, che si conclude con la vittoria del campionato del mondo Marche per la Lancia. In particolare, ripercorriamo la storia della vincitrice del “Sanremo” attingendo allo specifico diario scritto a mano dallo stesso Tonti, nelle cui pagine il valente tecnico ha riportato ogni più piccolo dettaglio.
Filosofie opposte.Per Enzo Ferrari a fare la differenza è il motore, la potenza; Colin Chapman punta invece sul telaio, sulla leggerezza e sulla maneggevolezza. Come stabilire chi dei due decani dell’automobilismo sportivo ha ragione? In singolare tenzone si sfidano sulla pista di Vairano due campioni delle opposte filosofie: la Ferrari F355 F1 e la Lotus Esprit S4S. L’italiana esibisce una meccanica raffinata: il suo V8 di 3.5 litri montato alle spalle dell’abitacolo ha bielle in titanio, cinque valvole per cilindro ed eroga 380 CV. Ma a far eccellere questa berlinetta è la presenza del cambio elettroattuato F1, montato dal 1997 e derivato da quello utilizzato sulla monoposto 640 del 1989. Sul fronte opposto ecco la Lotus Esprit S4S, con il tradizionale telaio a trave centrale, cifra tecnica della Casa inglese. Il motore è un quattro cilindri sovralimentato di 2.2 litri da 305 CV. Prestazioni ed emozioni sono per entrambe travolgenti. Difficile, quasi impossibile, decretare la vincitrice.
Omaggio alla Dea. Celebriamo i 70 anni della Citroën DS, presentata con grande clamore al Salone di Parigi del 1955, al volante di una DS 20 Pallas immatricolata nel 1972. Una vera ammiraglia, mossa da un quattro cilindri di 1985 cm3 da 108 CV e con una dotazione ricca, che comprende sedili con schienali più alti e avvolgenti, moquette spessa, pannelli porta speciali, doppia plafoniera e, all’esterno, copriruota integrali, profili e sottoporta di acciaio inox.
Una sigla iconica. Per gli alfisti la sigla GTV è ricca di suggestioni, quasi un marchio che identifica subito una coupé sportiva di razza. E tale è la “nostra” 916, una GTV 2.0 V6 TB, immatricolata il 7 maggio del 1996. Una trentenne che in realtà sembra appena uscita dalla concessionaria. Bellissima in ogni dettaglio, dagli interni immacolati agli scenografici sei collettori di aspirazione lucidati a specchio. Una magia per gli occhi, che si tramuta in sinfonia non appena si avvia il V6 di 1.996 cm3 da 200 CV, sovralimentato da un turbocompressore Garrett T25.
Ovunque a suo agio. Nata per impieghi gravosi, sia in tempo di pace sia in teatri di guerra, la Land Rover è divenuta un veicolo ovunque a proprio agio, dalle dune del deserto ai palazzi reali. E proprio a questo suo ruolo regale abbiamo dedicato un servizio prendendo le mosse dalla mostra organizzata a Pebble Beach grazie all’impegno del British Motor Museum di Gaydon, di Jaguar Land Rover Classic, del garage reale e di collezionisti privati. Una passerella di dieci Land strettamente legate alla regina Elisabetta II, dal primo veicolo allestito da parata nel 1954 alla Range Rover del 2009, l’ultima condotta personalmente dalla sovrana.
Luna di miele mancata. Una vicenda poco conosciuta, breve, ma che se avesse avuto un epilogo diverso avrebbe, forse, cambiato il mondo della Formula 1 di metà anni 90. Si tratta dell’incontro fugace tra la McLaren MP4/8 e il V12 della Lamborghini. A testare questa monoposto molto promettente arriva Ayrton Senna. Il matrimonio, molto promettente, sfuma però per l’intromissione della Peugeot, che mette sul tavolo, insieme ai suoi V10, una montagna di denaro.
Passione danese.Non è immediato pensare che una delle più importanti collezioni di Porsche si trovi in Danimarca. Eppure è così. Vi portiamo a scoprire i saloni nei quali sono esposte le oltre novanta Porsche acquistate da Torben Nielsen. Questi ha iniziato negli anni Duemila con una 911 Turbo Cabriolet serie 930, alla quale è seguita una 959, una delle sue preferite. Da allora lui non si è più fermato; una galleria che va dalle 356 alle 911, passando per le versioni da corsa. Requisito necessario che una vettura deve possedere per entrare a far parte della sua collezione? Essere il miglior esemplare sul mercato, esibire condizioni spettacolari, avere un chilometraggio basso e “vestire” una livrea rara, meglio se unica.