San Giorgio, 110 anni fa cessava la produzione di auto - Ruoteclassiche
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17/07/2019 | di Elisa Latella
San Giorgio, 110 anni fa cessava la produzione di auto
Esattamente 110 anni fa, nel 1909, smetteva di produrre automobili la San Giorgio, fabbrica nata a Sestri Ponente appena quattro anni prima, nel 1905
17/07/2019 | di Elisa Latella

Esattamente 110 anni fa, nel 1909, smetteva di produrre automobili la San Giorgio, fabbrica nata a Sestri Ponente appena quattro anni prima, nel 1905

Il nome completo era "San Giorgio" - "Società anonima italiana per la costruzione di automobili marittime e terrestri" ed il nome di questa attività imprenditoriale è legato alla famiglia Odero, proprietaria dei Cantieri Odero di Genova.

Una partenza eccellente. Tra i prodotti più importanti l’ambulanza fiorentina, commissionata dall’Arciconfraternita della Misericordia, istituzione impegnata nel trasporto di malati e feriti in ospedale e nella sepoltura dei poveri. Il carro ambulanza è andato distrutto durante la II guerra mondiale, ma diverse immagini sono disponibili presso la realtà digitale costituita dal Museo del design toscano. Infatti, la San Giorgio, dopo la presentazione di alcuni modelli nei saloni dell'automobile di Torino e Milano, decide di aprire altri due stabilimenti: uno a La Spezia e l'altro a Pistoia. Il veicolo principale è la 50-60 HP dotata di un motore a 6 cilindri. Vengono prodotte un centinaio di autovetture durante la sua attività, con motori costruiti su licenza Napier. L’anno di chiusura è considerato il 1909, anche se l’azienda subirà delle trasformazioni e continuerà a produrre soprattutto carrozzeria, dispositivi ottici per le navi da guerra e altro. Negli anni Cinquanta sarà costituita la "Nuova San Giorgio spa", specializzata nello allo sviluppo dell'elettronica italiana. Tuttavia, considerando la storia dei motori, ed il periodo in cui la San Giorgio sviluppa la sua attività, il prodotto più significativo resta l’ambulanza fiorentina.

Automobili e servizio sociale. Le ambulanze in Europa sono diffuse da decenni e a Firenze i protagonisti di questo servizio sono Aiace Trinci e il figlio Fabio. Sono gli eredi della Enrico Trinci & Figlio, e dell’“arte carrozziera”. Tra Ottocento e Novecento Trinci era un nome di spicco a Pistoia nel settore della costruzione di carrozze. Questo luogo era l’ideale per l’azienda San Giorgio, che avvia qui la costruzione delle officine adibite alla realizzazione della carrozzeria delle proprie automobili, acquisendo la Trinci; continua però la produzione di carrozze, di carri-lettiga e barelle. Ci sono documenti che attestano rapporti di «fornitura di carri e barelle» fra l’Arciconfraternita fiorentina e l’azienda San Giorgio.

Il contesto. In Italia agli inizi del Novecento le auto vengono prodotte per un mercato privato formato da nobili. Il carro ambulanza della Misericordia della San Giorgio è un’eccezione. Eppure, per quanto possa sembrare strano per l’epoca, è quella la strada per diffondere l’automobile nella società: se l’auto fosse rimasta confinata nell’ambito del divertimento dei nobili non sarebbe mai diventata un mezzo di trasporto per tutti. Il carro-ambulanza automobile offerto di Firenze rappresenta un modello ingegneristico-arredativo derivante dall’esperienza di tre generazioni di carrozzieri. Artigianato raffinato che non diventa produzione industriale per problemi di sostenibilità economica: la San Giorgio si era indirizzata infatti in seguito verso la produzione di materiale rotabile ferroviario (vagoni, carri cisterna, carrozze per passeggeri). Una tradizione iniziata dalla piccola bottega artigiana di Enrico Trinci dove, in piazza Cino n. 353 (oggi piazza Gavinana) viveva l’arte di costruire carrozze. Da ricordare il libro di Silvia Nanni “La carità a motore. Dalla zana al carro lettiga. Come nacque la prima ambulanza” pubblicato da Firenze Leonardo - Edizioni Clichy, Firenze. A Firenze una delle primissime automobili (la seconda in Italia), di proprietà del marchese Carlo Benedetto Ginori Lisci (una Panhard & Levassor), era apparsa in città nel 1894. Il nuovo veicolo aveva interessato il campo del pronto soccorso, caratterizzato da mezzi vecchi e inadeguati.

Il carro automobile. Viene istituito un Comitato per una sottoscrizione cittadina finalizzata a dotare la Misericordia di un “carro automobile”. 4 velocità e marcia indietro, velocità normale in pianura 60-70 Km orari: si sceglie un prodotto della Fiat 15-25 HP al costo di 8 mila lire. Ma per la carrozzeria – interamente in noce stagionato, elegante e funzionale- ci si affida alla società San Giorgio di Genova, che forniva già carri e barelle. Si accedeva all’interno tramite una porta posteriore; c’erano tre finestre con persiane - di tipo ferroviario - abbassabili. Due posti anteriori esterni erano per lo chauffeur e ad un infermiere. Colore blu, con filettature rosse laccate. L’ambulanza era predisposta per il trasporto di 4 feriti con le barelle. Non mancavano le cassette per i medicinali, gli arnesi e gli utensili della vettura, ed anche alcuni pezzi di ricambio. L’illuminazione elettrica interna veniva alimentata da una piccola batteria di 75 ampere orarie (Ah). Per l’epoca, non mancava proprio nulla.

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