Milano Autoclassica, giorno due. Ruoteclassiche torna sul palco dello stand Aci Storico per un nuovo dibattito atto a tastare il polso del mercato. Durante la conferenza dal titolo “La scossa sul termico: che ne sarà del mercato dell’auto classica con il green deal?”, oltre al nostro Vicedirettore Carlo Di Giusto, sono intervenuti alcuni importanti esperti del mercato heritage. Fulcro della discussione, le prospettive per il settore delle classiche in un mondo automotive sempre più condizionato dall’ecosostenibilità.
“Il termine Green Deal sintetizza una serie di misure intraprese dalle aziende per limitare l’emissione di sostanze inquinanti. Un impegno che tutti ci stiamo assumendo per la salvaguardia dell’ambiente”. A parlare è Carlo Di Giusto, mattatore di un dibattito molto intenso in cui hanno preso parte: Andrea Biondetti (Comitato Prezzi di Ruoteclassiche), Massimiliano Amati (Analista di Quattroruote Professional) e Daniele Turrisi (Dealer e Car Expert). Il nostro Vicedirettore prosegue: “Non passa giorno in cui non mi chieda come si evolverà il mondo delle classiche. Nutro, infatti, una certa preoccupazione. E sappiamo che le preoccupazioni hanno ripercussioni sul mercato”. Un assist che Di Giusto passa ai suoi interlocutori, Biondetti replica: “Quella delle auto d’epoca è una passione che rimarrà.” E Turrisi gli fa eco: “Un anno fa eravamo qui a chiederci come far fronte alla pandemia. Quest’anno il mercato è cresciuto, dopo il Covid le storiche sono più ‘ben viste’ rispetto al passato, è venuta meno una sorta di stigma che in passato era più accentuata”.
Il predominio delle youngtimer. Amati, pone un’altra riflessione: “Le case produttrici risentono di una globale spersonalizzazione e, per questo motivo, chi ama le auto si appassiona maggiormente alle storiche. In tal senso, il futuro non può che essere radioso”. Intanto, come spiega Turrisi, si sta assistendo ad un rapido cambiamento nelle preferenze (con le youngtimer in fortissima ascesa ai danni delle pre-belliche) dovuto al ricambio generazionale. Biondetti racconta: “Sempre più spesso i miei clienti richiedono modelli youngtimer, in particolare le supersportive di Porsche, Ferrari e Lamborghini. Vetture che, magari, la nuova generazione di collezionisti ha avuto in famiglia o ha comunque guidato nel passato ed ora vuole ricomprare”.
Il caso SLK. La conversazione procede, nel vivo interesse degli oltre 50 spettatori, e la preoccupazione del quesito iniziale si dirada, lasciando il posto ad un sano ottimismo: “Non c’è una crisi del settore, il vero problema è la mancanza di professionalità. Un male diffuso”.
Carlo Di Giusto fa notare, poi, come una crescente platea di futuri collezionisti guardi con attenzione alle classiche: “Non è vero che i giovani non sono interessati alle auto d’epoca. Si tratta di oggetti distintivi e loro vogliono distinguersi”. E così le roadster di fine anni 90 tornano in auge come la Mercedes-Benz SLK R170 (prima serie), le cui quotazioni si sono triplicate negli ultimi due anni.
“Anche alcune particolari ricorrenze condizionano l’andamento del mercato portando ad una crescita delle quotazioni. Partiamo dal mondo digitale con le analisi degli stakeholder che osservano il mercato insieme agli esperti”, aggiunge Amati.
Il collezionismo nel futuro. E, dopo l’istantanea sull’attuale andamento del mercato, l’incontro assume i contorni filosofici quando Di Giusto immagina un futuro in cui ci muoveremo sempre più spesso con veicoli ecocompatibili a noleggio mentre il mezzo di proprietà potrebbe essere un’auto d’epoca. Si assisterà ad un cambio nelle abitudini, in cui gli appassionati vivranno il collezionismo in una dimensione sempre più specifica e focalizzata: “I cavalli non sono spariti con l’avvento dell’automobile, ma l’equitazione è inserita in un contesto protetto”.
Turrisi chiosa: “Il collezionismo è un fattore culturale, il motorismo storico non sparirà. Tuttavia, le classiche vanno usate con passione ma anche con cervello”.