Più di 160 vetture, icone del motorsport di tutti i tempi, si sono date appuntamento a Castell’Arquato nel piacentino per l’edizione numero 26 della manifestazione organizzata dal CPAE.
Il brulicare di persone - addetti ai lavori, fotografi ma anche tanti appassionati - sul lungofiume di Castell’Arquato, in piena Val d’Arda piacentina, nonostante il sole impietoso e il caldo torrido del weekend appena trascorso rende perfettamente la misura di quanto l’automobile sia ancora in grado di far battere i cuori di migliaia di persone, a dispetto delle statistiche di vendita sempre più al ribasso del mercato auto e delle improbe decisioni di Strasburgo.
Un revival tutto italiano. Ha preso il via con le verifiche tecniche venerdì 10 giugno la tre giorni di Vernasca, uno dei più alti esempi al mondo di revival del motorsport internazionale, come sempre organizzato dal Club Piacentino Automotoveicoli d’Epoca. Il concorso dinamico di conservazione e restauro per vetture da competizione ha premiato anche quest’anno le vetture meglio conservate o meglio restaurate tra quelle selezionate e costruite dai primi del secolo fino al 1972, con passato storico in competizioni sportive dell’epoca documentato che hanno ripercorso le stesse strade che venivano utilitzzate per la gara in salita Castell’Arquato-Lugagnano-Vernasca che si disputò per 17 edizioni dal 1953.
Haute Couture su quattro ruote. Sono state tre, poi, le sfilate delle oltre 160 vetture da Castell’Arquato a Vernasca di cui due nella giornata di sabato e quella conclusiva nella giornata di domenica. Al termine delle tre sfilate sull’originario percorso della “Castell’Arquato-Lugagnano-Vernasca”, sono state incoronate le auto più rappresentative esaminate dalla giuria tecnica durante le soste nel paddock allestito sul lungofiume di Castell’Arquato, gremito di appassionati sin dalle prime ore del mattino. Il premio “Best of Show” del concorso è andato all’Alfa Romeo TZ2 del 1966 del collezionista britannico Simon Kidston, mentre i prestigiosi Trofei ASI per l’auto meglio conservata e per quella meglio restaurata sono stati assegnati rispettivamente alla Lancia Aurelia B20 GT del 1952 di Paolo Saporetti e alla OSCA 187 S del 1957 condotta da Franco Adamoli.
Campioni a scuola. Il tema di questa edizione era “Campioni si diventa… a scuola”. Da Villeneuve a Nuvolari, da Farina a Lauda a Schumacher: tutti gli assi del volante e della pista sono passati per l’angusto abitacolo delle monoposto addestrative prima di diventare i grandi professionisti che ci hanno fatto sognare. Su queste auto propedeutiche, benché siano vere e proprie macchine da corsa, ogni domenica si confrontano intere generazioni di costruttori e piloti.