Un'anziana proprietaria la dona al registro Volvo. Che ne fa l'automobile di rappresentanza del club, tenendola in costante esercizio. Il motore è sano. La carrozzeria è molto ben conservata. Solo la selleria ha ceduto un po'. È il modello che ha fatto capire agli italiani la praticità della carrozzeria station wagon.
Strano destino quello delle Case svedesi. Le loro auto razionali e sobrie facevano storcere il naso a noi latini, amanti delle linee aggressive e delle prestazioni. Eppure, negli anni 80, quei modelli che più svedesi non si può hanno avuto successo anche da noi. È stato così che tanti box della media e alta borghesia si sono aperti alle station wagon svedesi, prima relegate a una clientela di artigiani e commercianti.
Il modello che può vantare questi meriti è la Volvo "245", evoluzione della "145" del 1967. In circolazione ci sono ancora tante "200", ma trovare una "145" è un'impresa: prima del 1974 (anno dell'uscita di produzione dopo 268.317 esemplari) ancora pochi italiani l'avevano capita. Il nostro esemplare, risalente al 1973, è una "terza serie", già con la mascherina in plastica con bordo cromato in un pezzo unico. Come tutte le serie "100" posteriori al 1972, monta già le barre antintrusione alle portiere, che si aggiungono alla dotazione di sicurezza già presente dal 1967: piantone collassabile, rollbar integrato nel tetto, doppio circuito idraulico, "spia" delle lampadine bruciate.
La nostra "145" ha un allestimento "De Luxe" e la sua prima proprietaria, una nobildonna fiorentina che l'aveva scelta per trasportare i materiali della Croce Rossa presso cui faceva volontariato, al momento di cambiare auto non se l'è sentita di demolirla. Allora ha rivolto un appello alla Volvo Italia, che ha informato del caso il Registro Italiano Volvo d'Epoca, che se ne è fatto carico. Walther Lombardi, presidente del club, racconta: "Il passaggio di proprietà ci è costato un milioncino, ma i lavori sono stati pochi, anche perché la carrozzeria era in ottime condizioni".
A guidarla oggi, questa "145" non dimostra affatto i suoi oltre trent'anni. Si viaggia "molleggiati" per la taratura morbida delle sospensioni, ma la traiettoria precisa nelle curve e la stabilità indicano che gli ammortizzatori sono efficienti. Le porte si chiudono perfettamente e gli accessori di bordo funzionano senza eccezioni.
Motore | Anteriore, Volvo "B20A", 4 cilindri in linea - Cilindrata 1986 cm³ - Alesaggio 88,9 mm - Corsa 80 mm - Potenza 82 CV DIN a 3000 giri/min - Rapportodi compressione 8,7:1 - Coppia 16 kgm DIN a 2300 giri/min - Valvole in testa, aste e bilancieri - Un carburatore monocorpo Stromberg. |
Trasmissione | Trazione posteriore - Cambio a quattro marce, comando a cloche sul pavimento - Rapporto al ponte 4,1:1 - Pneumatici 165 SR 15. |
Corpo vettura | Station wagon cinque posti, cinque porte - Carrozzeria portante - Sospensione anteriore a ruote indipendenti, trapezi, barra stabilizzatrice - Sospensione posteriore a ponte rigido, barra Panhard - Molle elicoidali - Ammortizzatori idraulici telescopici - Freni a disco, con servofreno - Sterzo a vite e rullo. |
Dimensioni e peso | Passo 262 cm - Carreggiata anteriore e posteriore 125 cm - Lunghezza 478 cm - Larghezza 171 cm - Altezza 146 cm - Peso in ordine di marcia 1335 kg. |
Prestazioni | Velocità circa 160 km/h - Consumo medio 10,5 litri/100 km. |